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SCHEDA ARTICOLO N. «01759»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: ANNA MARIA PIANTANIDA
TITOLO: LA PREGHIERA ED IL SILENZIO (MONOGRAFIA LUNGA)
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TESTO ARTICOLO

La preghiera ed il silenzio

di Anna Maria Piantanida

Dio ha migliaia di nomi o piuttosto, Egli è il Senza nome. Possiamo
adorarlo o pregarlo con qualsiasi nome ci piaccia. Alcuni lo chiamano
Rama, altri Krishna, altri ancora lo chiamano Rahim ed infine, c'è chi
lo chiama Dio.

Tutti adorano lo stesso spirito, ma come non tutti i cibi incontrano
il nostro gusto, nemmeno tutti i nomi esercitano lo stesso richiamo su
tutti.

Ognuno sceglie il nome secondo le proprie associazioni; Dio, essendo
Colui che abita dentro di noi, l'Onnipotente e l'Onnisciente,
conoscerà i nostri più riposti sentimenti e risponderà ad ognuno,
secondo i propri meriti.

L'adorazione è preghiera, perciò, non va eseguita con le labbra, ma
con il cuore. Ecco perché possono levarla tanto il muto che il
balbuziente, tanto l'ignorante che lo stupido. E le preghiere di
coloro le cui lingue sono dolci come nettare, ma che hanno il cuore
pieno di veleno, non vengono mai ascoltate. Colui che, perciò, voglia
pregare Dio, deve mondare il proprio cuore. (Young India, 24 settembre
1925, p. 331)

La supplica, l'adorazione, la preghiera non sono superstizioni, sono
atti più reali del mangiare, del bere, dell’essere seduto o del
camminare. Non è un'esagerazione affermare che essi soli siano reali e
che tutto il resto, sia irreale.

Tale adorazione o preghiera, non è una folata d’eloquenza; non è un
puro omaggio a parole. Si sprigiona dal cuore. Se, perciò,
raggiungiamo la purezza del cuore, di quando è "svuotato di tutto
tranne che d'amore", se accordiamo ogni corda nel modo appropriato,
esse "vibreranno di una musica inaspettata".

La preghiera non ha bisogno di discorsi. Essa è per sua natura
indipendente da ogni sforzo dei sensi. Non ho il minimo dubbio che la
preghiera sia un infallibile mezzo di pulizia del cuore dalle
passioni. Ma va associata alla massima umiltà. (An Autobiography or
The Story of My Experiments with Truth, pp. 51-52)

E' meglio, quando si prega, avere un cuore senza parole piuttosto che
delle parole senza un cuore. (Young India,23 gennaio 1930, p. 25)

Io credo che la preghiera sia l'anima e l'essenza stessa della
religione e perciò, la preghiera deve essere il nocciolo della vita di
un uomo, dato che nessun uomo può vivere senza religione.

Vi sono alcuni che nell'egocentrismo della propria ragione affermano
di non aver nulla a che spartire con la religione. E' come se un uomo
affermasse che respira, ma che non ha naso. Vuoi per ragione, vuoi per
istinto o per superstizione, l'uomo deve per forza ammettere una
qualche sorta di relazione con il divino. Nemmeno il più incallito
agnostico o ateo potrà negare il bisogno di un qualche principio
morale, rispetto a cui distinguere fra bene e male, a seconda
dell'osservanza o dell'inosservanza dello stesso. (Young India,23
gennaio 1930, p. 25)

La preghiera è, o postulativa o, nel suo senso più ampio, una
comunione interiore. In entrambi i casi, il risultato è lo stesso.
Anche quando si prega per chiedere qualcosa, la richiesta dovrebbe
riguardare la pulizia e la purificazione dell'anima, al fine di
liberarla dagli strati di ignoranza e tenebre in cui è avvolta.
Dunque, chi brama di risvegliare il divino in sé, deve ricorrere alla
preghiera. Ma la preghiera non è un mero esercizio della bocca o delle
orecchie, né una mera ripetizione di formule vuote. Non serve a niente
ripetere (Ramanama) finché si vuole, se l'anima non è partecipe. Nella
preghiera è meglio avere un cuore senza parole che delle parole senza
il cuore. La preghiera deve rispondere distintamente al richiamo dello
spirito che la brama. Un'anima affamata gusterà una preghiera sentita
proprio come un uomo affamato gode di un pasto sostanzioso. (Young
India,23 gennaio 1930, p. 25)

La preghiera non ha bisogno di parole. E' di per se, stessa,
indipendente da qualsiasi sforzo sensoriale. Non ho il minimo dubbio
che la preghiera sia un mezzo infallibile per ripulire il cuore dalle
passioni. Ma, deve combinarsi con la massima umiltà. (An
Autobiography, 1966, p. 54)

L'uomo che prega sarà in pace con se stesso e con il mondo intero,
l'uomo che si occupa degli affari del mondo senza un cuore, disposto
alla preghiera, sarà miserabile e renderà miserabile anche il mondo.
(Young India, 23 gennaio 1930, p. 26)

La preghiera serve a ricordare Dio e a purificare il cuore; può essere
offerta anche quando si resta in silenzio. (Harijan,20 aprile 1947, p.
118)

Una preghiera sentita è indubbiamente lo strumento più potente di cui
l'uomo disponga per sconfiggere la viltà e tutte le altre inveterate
cattive abitudini. (Young India,20 dicembre 1928, p. 420)

Come il corpo ha bisogno del cibo, l'anima ha bisogno della preghiera.
Un uomo può essere in grado di fare a meno del cibo per un certo
numero di giorni [...] ma, se crede in Dio, non può, non dovrebbe
vivere un momento senza preghiera. (Young India,15 dicembre 1927, p.
424)

Non andiamo al tempio ad adorare l'immagine di pietra o di metallo, ma
Dio che vi risiede. L'immagine diventa ciò che l'uomo la fa diventare.
Essa non ha un potere indipendente dalla santità di cui l'investe
l'adoratore. Perciò ognuno, compresi i bambini, dovrebbe osservare
perfetto silenzio durante la preghiera. (Harijan,28 aprile 1946, p.
112)

La preghiera è impossibile senza una viva fede nella presenza di Dio
dentro di noi. (Young India,20 dicembre 1928, p. 420)

La preghiera è la prima e l'ultima lezione nell'apprendere la nobile e
coraggiosa arte di sacrificarsi nelle varie circostanze della vita,
culminanti nella difesa della libertà e dell'onore della propria
nazione. (Harijan,14 aprile 1946, p. 80)

L'uomo ripete spesso il nome di Dio a pappagallo e si aspetta dei
frutti dall'agire così. Il vero cercatore deve avere quella fede viva
che scacci la menzogna della ripetizione meccanica non soltanto dal
proprio cuore, ma anche da quello degli altri. (Harijan,5 maggio 1956,
p. 113)

La preghiera "è la chiave del mattino e il catenaccio della sera".
(Young India,23 gennaio 1930, p. 25)

Chi ha provato la magia della preghiera può fare a meno del cibo per
giorni e giorni, ma non può resistere un solo momento senza preghiera.
Perché, senza preghiera, non c'è pace interiore. (Young India,23
gennaio 1930, p. 25)

Dovrebbe essere regola generale quella di non rimandare le preghiere
per amore di nessuno al mondo. Il tempo di Dio non si ferma mai. Fin
dall'inizio la ruota del Suo tempo continua a girare senza soste.
Anzi, non c'è inizio per Lui o per il Suo tempo [...] Come ci si può
permettere di non cogliere l'occasione di offrire preghiere a Colui il
cui orologio non si ferma mai? (Harijan,5 maggio 1946, p. 113)

Non faccio nulla senza la preghiera. L'uomo è un essere fallace. Non
può mai essere sicuro dei propri passi. Ciò che può sembrargli una
risposta alla preghiera, potrebbe essere soltanto un'eco del proprio
orgoglio. L'uomo deve darsi come guida infallibile un cuore
perfettamente innocente, incapace di fare del male. (Young India,25
settembre 1924, p. 113)

Il vero pentimento è un requisito essenziale della preghiera.
(Harijan,21 aprile 1946 p. 94)

La vera meditazione consiste nel chiudere gli occhi e le orecchie
della mente a tutto ciò che non sia l'oggetto stesso della propria
devozione. Per cui la chiusura degli occhi durante le preghiere è un
aiuto a tale concentrazione. La concezione umana di Dio è',
naturalmente, limitata. Ognuno deve, perciò, pensarlo come meglio gli
aggrada, sempre che la concezione sia pura ed edificante. (Harijan, 18
agosto 1946, p. 265)

Può pregare con sincerità solo colui che è convinto di avere Dio
dentro di sé. Chi non possegga tale convinzione può fare a meno di
pregare. Dio non si offenderà, ma posso dire per esperienza, che chi
non prega è certamente un perdente. (Harijan,18 agosto 1946, p. 265)

Un cercatore della verità deve stare in silenzio. (Young India,6
agosto 1925 p. 274)

L'esperienza mi ha insegnato che il silenzio fa parte della disciplina
spirituale di un seguace della verità. L'inclinazione ad esagerare, a
reprimere o distorcere la verità, volenti o nolenti, è una debolezza
naturale dell'uomo, e il silenzio è necessario per superarla. Un uomo
di poche parole raramente sarà irriflessivo nei suoi discorsi;
misurerà ogni parola. (An Autobiography or The Story of My Experiments
with Truth, p. 45)

Il silenzio delle labbra cucine non è silenzio. Si può raggiungere lo
stesso risultato tagliandosi la lingua, ma nemmeno quello sarebbe
silenzio. E' silenzioso colui che, potendo parlare, non proferisce
alcuna parola inutile. (Harijan,29 aprile 1933, p. 5)

La preghiera serve a ricordare Dio e a purificare il cuore e la si può
offrire, anche osservando il silenzio. (Harijan,20 aprile 1947, p.
118)

Siccome credo che la preghiera silenziosa sia spesso una forza più
potente di ogni atto esplicito, nella mia impotenza prego
continuamente, fiducioso che la preghiera di un cuore puro non resti
mai inascoltata. (Young India, 22 settembre 1927, p. 321)

Non c'è verità in un uomo che non sappia controllare la propria
lingua. (Young India,17 settembre 1925, p. 318)

La preghiera è il solo mezzo per portare ordine, pace e quiete nei
nostri atti quotidiani [...] Prendetevi cura della cosa vitale e tutto
il resto si aggiusterà da solo. Rettificate un angolo di un quadrato e
tutti gli altri andranno automaticamente a posto. (Young India, 23
gennaio 1930, p. 26)

La preghiera non è un ozioso passatempo per vecchie signore.
Propriamente compresa e applicata, è lo strumento d'azione più
potente. (Harijan, 14 aprile 1946, p. 80)

Dio risponde alla preghiera a modo Suo, non a modo nostro. I Suoi modi
sono differenti da quelli dei mortali. Quindi, sono imperscrutabili.
La Preghiera presuppone la fede. Nessuna preghiera si leva invano. La
preghiera è come ogni altra azione. Porta frutto, che ce ne accorgiamo
o no e il frutto della preghiera sincera è assai più potente della
cosiddetta azione. M.K. Gandhi.

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