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SCHEDA ARTICOLO N. «01805»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: STEFANO PAGGINI, LUIGI LACCHINI
TITOLO: MA QUAL È IL "VERO" MASSAGGIO AYURVEDICO... ? (MONOGRAFIA LUNGA)
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TESTO ARTICOLO

Ma qual è il "vero" massaggio ayurvedico... ?

di Stefano Paggini, Luigi Lacchini

Ci capita spesso, durante seminari, conferenze o dimostrazioni, di
imbatterci in persone che hanno avuto occasione di fare dei viaggi in
Shrilanka o in India (chi nel Nord, chi nel Sud) oppure di assistere
ad altre dimostrazioni di massaggi Ayurvedici magari eseguiti da
Indiani. Coloro che hanno avuto modo di vivere tutte queste situazioni
hanno potuto constatare che vi sono talvolta anche enormi differenze
tra l'esecuzione di un trattamento ayurvedico e un'altra.

I meno esperti, al contrario, hanno visto spesso una sola versione di
massaggio e sono convinti che quello sia il "vero" massaggio
Ayurvedico, concludendo, per ciò stesso, che qualunque altra sequenza
sia falsa. La convinzione è tanto più radicata se l'unica sequenza che
conoscono è stata effettuata da un Indiano. È un po' come se uno di
noi andasse in India ad insegnare la tarantella e, per il semplice
fatto che è italiano, gli Indiani concludessero che il suo modo di
ballare la tarantella è l'unico vero!

Purtroppo, sappiamo perfettamente che non è sufficiente essere
italiani per essere esperti di tarantella! Abbiamo come il sospetto
che una tarantella danzata da Nureyev o Barishnikov, risulterebbe in
realtà un po' migliore (appena un poco!) di una ballata da noi! Tutto
ciò, anche senza considerare il fatto che l’esecuzione di un ballo,
così come quella di un massaggio, lascia ampio spazio alla sensibilità
di chi lo esegue.

In sostanza, come non è necessario avere gli occhi a mandorla per
eseguire un buon trattamento shiatsu o per vincere il campionato del
mondo di karate, così non è necessario essere indiani per eseguire
"l'ayurveda perfetto". Forse è ora di fare un po' di chiarezza!


SENSIBILITA' ED EMPATIA

Prima di tutto bisogna dire che il massaggio ayurvedico si può
eseguire a terra o sul lettino. In India spesso viene effettuato su un
particolare tavolo da massaggio, basso, che viene chiamato Taila Thron
(= "trono dell'olio"), pensato per effettuare anche i dhara, ovvero le
terapie di "colata" e quindi presenta dei sistemi di raccolta dei
liquidi. Qui da noi, spesso, ci si deve "arrangiare" con quello che
c'è.

L'ayurvedico si pratica sia con i piedi che con le mani e non mancano
tecniche di gomito, avambraccio, ginocchia, come nello shiatsu e nel
tuina cinese. Lo si può iniziare dalla testa piuttosto che dall’addome
ovvero dai piedi … Occorre una competenza e un'esperienza di anni per
capire le varianti e i perché.

Basta andare nell’India delle cliniche Ayurvediche per toccare con
mano quante modalità diverse e possibilità di esecuzione esistano.
Inoltre un massaggio ayurvedico tradizionale e completo può durare
fino a 2 ore e mezzo, mentre esistono diversi metodi parziali i cui
tempi variano a seconda delle circostanze.

Le varianti si presentano per un’infinità di ragioni. Innanzitutto ci
sono diverse "scuole di pensiero", ciascuna delle quali ha sviluppato
tecniche sue; spesso, poi, le modalità di intervento variano a seconda
delle "prakruti" (cioè dei "dosha" predominanti nei vari individui) e
di eventuali alterazioni "acute" dei dosha stessi; altre differenze
dipendono dal fatto che ogni Maestro tende ad elaborare nel tempo
sequenze proprie, sia per scopi didattici sia per intuizioni ed
esperienze nate "sul campo", che danno origine a metodi che – pur
potendo prendere diversi nomi – restano pur sempre autentici massaggi
ayurvedici.

Vi sono poi tecniche avanzate che manipolano maggiormente le
articolazioni oppure i punti "marman" o i "bindu", mentre, quando si
ha a che fare con problematiche psicosomatiche, è spesso necessario
riequilibrare le sottili energie dei chakra, con particolari manovre
energetiche.

In una parola: l'ayurveda non è una sequenza che si impara a memoria e
si ripete sempre uguale qualunque sia la persona che ci troviamo
davanti! Le capacità di osservazione, la sensibilità e, vorremmo dire,
le capacità empatiche del maestro di ayurveda, lo portano a
comprendere cos'ha bisogno l'assistito, modificando tecniche e
manipolazioni a seconda delle esigenze. Sono le "personalizzazioni",
non certo frutto di improvvisazione, ma spontaneo fiorire (in uno
spirito che è analogo a quello Zen) del background di conoscenze che
il Maestro si è creato in anni di studio e di ricerca.

Il fatto che ai livelli elementari tutti i Maestri insegnino sequenze,
non deve ingannare. La sequenza svolge nel massaggio la stessa
funzione dei "kata" o dei "lu" nelle arti marziali. Sono gli esercizi
indispensabili per dare una struttura all'allievo, insegnargli le
tecniche base e fargliele assimilare in modo ordinato: ma nessuno
effettua il combattimento libero usando i kata!

Nell'arte del massaggio quest'esigenza di conoscere moltissime
tecniche per poter usare poi spontaneamente quella "giusta", è persino
ovvia. Se il nostro ricevente soffre di ernia lombare migrata, gli
praticheremo disinvoltamente lo stretching delle gambe (tipo "manovra
di Lasegue") o gli imporremo dure flessioni del rachide per il solo
fatto che in alcune sequenze ayurvediche queste tecniche sono
previste?

E se trattiamo un'anziana donna che soffre di grave osteoporosi le
praticheremo le manovre di pressione forte e rapida a due mani sulle
vertebre che in certe sequenze ayurvediche si usano per attivare le
energie del canale dei chakra (sushumna)?

L'ayurveda ha sviluppato le manovre più "strane", pensate per le più
diverse ragioni. La sensibilità del maestro, istantaneamente, sceglie.
Ecco allora che non occorre poi aver studiato gran che per capire che
non può esistere "un" massaggio ayurvedico che debba essere
considerato quello "giusto". Ciò che è importante è trasmettere una
conoscenza il più possibile ampia, possibilmente scevra da istruzioni
che potrebbero rivelarsi pericolose per gli operatori e soprattutto
per coloro che desiderano gustarsi un piacevole massaggio ayurvedico
senza dover correre il rischio di farsi procurare gravi lesioni.

Occorre progressività nell'insegnare e consapevolezza nell'eseguire.
Non dimentichiamo che l’ayurveda, di per sé, è conoscenza, (VEDA =
Conoscenza, scienza, sapienza) intesa nel suo significato più ampio;
la conoscenza è qualcosa che è dentro ciascuno di noi ed è nostro
dovere adoperarci per risvegliarla. Non esiste nessuno che ci possa
dire cosa è giusto e cosa è sbagliato; nessuno che abbia il potere di
decidere cosa è bene e cosa è male.

Perciò, affermazioni del tipo: "Quello è il massaggio ayurvedico vero,
quell'altro non lo è", oppure "Io l'ho visto fare e non era così", e
ancora, "Io sono andato in Shrilanka e mi hanno massacrato", "Sono
stato in India ed era completamente diverso" non hanno alcun senso.
Testimoniano soltanto una scarsa consapevolezza di quanto sia
complesso "praticare l'ayurveda".

Attenzione, però! Ciò che siamo venuti dicendo non significa affatto
che l'ayurveda possa essere "qualsiasi cosa". Non si praticano
massaggi ayurvedici utilizzando la farina di mais (come ci è capitato
di vedere!), per il semplice fatto che il mais è venuto dall'America
nel XVI secolo dopo Cristo e l'ayurveda è nato nel XV secolo avanti
Cristo in un Paese in cui il mais non esisteva. Dai testi antichi non
ci risultano varianti ayurvediche valtellinesi effettuate con la
farina per la polenta taragna!

L'ayurveda ha una sua tradizione seria, che si fonda su testi
classici, insegnamenti di illustri maestri, ricette per la creazione
di olii medicati, terapie di massaggio particolari che fanno uso di
fomentazioni, ecc. Ci vuole umiltà, tanto studio e la convinzione che,
prima di inventare alcunché, è opportuno conoscere a fondo ciò che
hanno creato gli altri, soprattutto quelli che hanno fatto
dell'ayurveda la loro vita e quindi gli hanno dedicato anni di
ricerche e di prove "sul campo".

Non basta un corso di trenta ore per proclamare che "si sa l'ayurveda"
e, magari, insegnarlo, solo perché questa o quella scuola alla moda ha
rilasciato comunque una compiacente "patacca" da attaccare al muro.
Non esiste nessuno al mondo, qualunque sia il titolo che possiede, che
possa decidere chi ha realizzato la conoscenza e chi no! Non esiste
alcun Diploma, Attestato o Laurea che possa in concreto certificare la
Conoscenza.

Il mondo è pieno di "Titolati", ma, nondimeno, tanti disastri ed
errori vengono commessi; negli ospedali, nei cantieri, nelle
progettazioni. E questo, è più che normale perché, che ci piaccia o
meno, siamo davvero esseri Divini ma in forma umana e come tale con
profondi limiti nonostante i pezzi di carta appesi alle pareti.
Nessuna Università potrà mai laureare un padre affinché sia
autorizzato a fare il genitore; nessun organismo giuridico potrà mai
certificare chi riesca a trasmettere un po’ d’amore con un massaggio e
chi no!


UN'ULTIMA RIFLESSIONE…

Purtroppo, quando qualcosa – per quanto sacro e dominio millenario di
trasmissioni orali il più delle volte segrete – fa moda, ecco che il
business incalza e tutti diventano Maestri di x, y, z ... Purtroppo
questa mentalità che privilegia sempre e comunque la dimensione
economico-consumistica, questa rincorsa al business che niente
risparmia, interessa anche gran parte dell’ayurveda attuale in Italia.

In attesa della creazione di un organismo ufficiale che, pur con tutti
i suoi limiti, possa riconoscere i docenti in materia, almeno per
quanto riguarda la legalità (e, si spera, non in base ad assurdi
parametri eteronomi rispetto alla disciplina!), non resta altro da
fare che fidarsi del proprio istinto, del proprio sentire, del proprio
cuore...

Se andate dal vostro "terapista ayurvedico" per dieci volte
consecutive ed egli ripete sempre le stesse identiche manovre,
probabilmente c'è qualcosa che non va... È poco probabile che voi
siate andati a ricevere il massaggio sempre nel medesimo stato
psicofisico.

Se quando avete finito il trattamento non avete provato nulla, c'è
qualcosa che non va... Se nel vostro "terapista" non scorgete una
profonda armonia interiore, c'è qualcosa che non va...

Imparate a "percepirlo": vivete il senso di profonda accoglienza che
vi regalano le sue mani cariche di energia positiva. E se sperimentate
un senso di fusione, se vi sentite immersi in una bolla di energia, se
percepite che, durante il massaggio, state in realtà compiendo una
meditazione in due, allora, forse, avete incontrato un Maestro.

... "possiate fidarvi solo e soltanto del Vostro cuore, ...
possiate fidarvi di Voi Stessi"

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