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SCHEDA ARTICOLO N. «01819»

CLASSIFICAZIONE: 3
TIPOLOGIA: YOGA
AUTORE: LLEWELLYN VAUGHAN-LEE
TITOLO: LA MEDITAZIONE SUFI DEL CUORE
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TESTO ARTICOLO

La meditazione sufi del cuore

di Llewellyn Vaughan-Lee

[Traduzione di Gagan Daniele Pietrini]

Tutte le scuole di meditazione offrono una via per calmare la mente,
perché le esperienze spirituali accadono al di là del livello della
mente. La mente è nota come “l’assassina del reale”; i suoi pensieri
ci isolano in un mondo di illusioni.

Essa ci mantiene identificati con l’ego, e il suo continuo
chiacchierio ci allontana dai livelli più profondi del nostro essere.
Osservando i nostri pensieri, possiamo vedere quanto spesso la mente
pensa noi, e non il contrario. Siamo prigionieri della nostra mente e
del nostro ego, ma la meditazione può aiutare a liberarci.

Diverse tradizioni spirituali usano diverse tecniche per calmare la
mente. Il sufismo è un sentiero dell’amore. L’amore è la forza più
grande della creazione, in grado di portarci al di là della mente e
dell’io attraverso le profonde preghiere e meditazioni del sufismo:
l’amante entra alla presenza dell’Amato.

In questi stati possiamo conoscere intimamente l’amore divino: carezze
delicate, parole sussurrate nel nostro cuore. Potremo provare la
meraviglia di sentirci amati, o assaporare la pace della nostra anima.
Ma per il mistico il viaggio va ancora più in profondità, nel vuoto
infinito al di là della mente: “Il silenzio oscuro in cui ogni amante
perde se stesso”.

Per il sufi, il cammino mistico va dalla forma all’assenza di forma,
dalla presenza dell’io a quella dell’Amato cercato dal nostro cuore.
In questo cammino, l’amore ci riconduce all’amore. Dio, il nostro
Amato, viene nel nostro cuore e ci chiama, seducendoci con la dolcezza
del tocco e la fragranza intossicante dell’unione. Il compito
dell’amante è arrendersi al mistero dell’amore, lasciare che il cuore
venga aperto.

E anche se la maggior parte di questo lavoro accade segretamente
dentro di noi, al centro profondo del nostro essere, esistono antiche
tecniche per aprirci al trascendente, alla meraviglia che risiede nel
nostro cuore.

La meditazione sufi del cuore è una tecnica per sollevare il velo
della separazione e risvegliarci a ciò che è reale. È un modo semplice
ma efficace di usare l’energia del cuore per calmare la mente e andare
oltre l’ego. È preferibile praticarla per almeno mezz’ora ogni
mattina.

In questa meditazione immaginiamo tre cose.


1) Pensiamo di scendere sempre più in profondità dentro di noi, nel
nostro sé più nascosto. Là – nel nostro essere intimo, al centro di
noi stessi – troveremo un luogo in cui vi è pace, tranquillità e,
soprattutto, amore.

2) Dopo aver trovato questo luogo, dobbiamo immaginare di restarvi,
immersi e circondati dall’Amore di Dio. Siamo nella pace più profonda,
amati, protetti e al sicuro. Siamo qui con tutti noi stessi, il corpo
fisico e il resto; nulla è all’esterno, nemmeno la punta di un dito o
il capello più sottile. Il nostro intero essere è contenuto nell’Amore
di Dio.

3) Mentre ci troviamo in tale luogo, felici e sereni alla presenza di
Dio, i pensieri si affacceranno nella nostra testa: quello che abbiamo
fatto il giorno prima, quello che faremo domani. Affiorano ricordi,
passano immagini davanti all’occhio della mente. Dobbiamo immaginare
di prendere ogni pensiero, immagine e sentimento, e affondarlo,
immergerlo nel sentimento dell’amore.


Ogni sentimento, specialmente quello dell’amore, è molto più dinamico
del processo del pensiero. Quindi, facendo bene questa pratica, con la
massima concentrazione, tutti i pensieri scompariranno. Non resterà
nulla e la mente sarà vuota.

Quando avremo acquistato familiarità con questa meditazione, non
useremo più l’immaginazione. Ci basterà riempire il cuore con il
sentimento dell’amore, e poi annegare ogni pensiero nel cuore.
Svuotando la mente, creeremo uno spazio interiore in cui possiamo
diventare consapevoli della presenza del nostro Amato. Dio è sempre
con noi, ma la nostra mente, le emozioni e il mondo esteriore sono
veli che ci separano. Dio è un vuoto silenzioso, e per farne
esperienza dobbiamo diventare silenziosi. In meditazione torniamo a
darci a Dio, al nostro Amato, passando dal mondo delle forme alla
Verità senza forma all’interno del cuore.

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