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SCHEDA ARTICOLO N. «01915»

CLASSIFICAZIONE: 5
TIPOLOGIA: AFFINE
AUTORE: FONTE: LESCIENZE.IT
TITOLO: QUANDO VISTA E UDITO ENTRANO IN CONFLITTO.
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TESTO ARTICOLO

La comprensione del linguaggio parlato dipende dalla vista più di quanto ipotizzato. In contesti che possono generare incertezza tra visione e udito, le informazioni relative al labiale provenienti dalla corteccia visiva hanno la precedenza rispetto a quelle uditive creando un'efficace illusione (red) lescienze.it Udito e vista sono collegati e in molte occasioni la nostra comprensione del linguaggio dipende da quello che vediamo perché, per usare una metafora informatica, nelle situazioni ambigue i circuiti cerebrali della vista sovrascrivono le informazioni in loro possesso sui 'file' elaborati dal sistema cerebrale uditivo. A dimostrarlo è una ricerca effettuata da un gruppo di neuroscienziati dell'Università dello Utah a Salt Lake City, che firmano un articolo pubblicato sulla rivista 'PLoS ONE'. Che a volte la vista possa prevaricare l'udito, in quello che è chiamato 'effetto McGurk', è noto dagli anni settanta. Tuttavia fino a oggi erano rimasti oscuri i meccanismi che presiedono alla manifestazione di questo effetto. Ora, grazie alla collaborazione di quattro volontari ai quali, in previsione di un intervento chirurgico per la terapia di una una grave forma di epilessia erano stati impiantati nel cervello alcuni elettrodi, Elliot Smith e colleghi hanno potuto registrare e analizzare i segnali cerebrali nella regione del cervello che elabora il suono, ovvero la corteccia temporale, e venire a capo della questione. Ai soggetti sono stati mostrati video, con sonoro, in cui si vedeva la bocca di una persona che pronunciava una di quattro possibili sillabe; in alcuni di questi video, però, i movimenti della bocca non corrispondevano a quelli tipici della sillaba associata al filmato. Quando il video mostrava il labiale corrispondente alla sillaba proposta dal sonoro i soggetti non avevano alcun problema a identificarla correttamente, e anche quando il video mostrava la pronuncia una sillaba molto diversa da quella emessa dall'altoparlante - creando un effetto analogo a quello di un film doppiato male – i soggetti percepivano quella proposta dall'audio. Tuttavia, quando immagini e audio erano solo leggermente differenti, come per esempio nelle sillabe 'ba' e 'va', i soggetti identificavano come pronunciata la sillaba che in realtà era stata solo vista, ma non udita. In particolare, durante la percezione delle sillabe i ricercatori hanno potuto osservare che dalla corteccia occipitale, le informazioni visive che vi vengono elaborate sono inviate verso la corteccia uditiva del giro temporale superiore, l'area uditiva primaria, dimostrando che gli stimoli visivi influenzano la rappresentazione neurale del suono udito fin dalle sue prime fasi. Questi risultati possono contribuire a chiarire sia i meccanismi che nei bambini piccoli consentono di associare i suoni al movimento delle labbra per imparare la lingua, sia i problemi di integrazione fra stimoli visivi e uditivi che emergono nella dislessia. http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0073148#s br Fine. br

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