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SCHEDA ARTICOLO N. «01944»

CLASSIFICAZIONE: 3
TIPOLOGIA: YOGA
AUTORE: SATHYA SAI BABA
TITOLO: MARITO E MOGLIE SONO COME..(MONOGRAFIA LUNGA)
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TESTO ARTICOLO

DISCORSI Vol.I (1953-1960) Edizioni Milesi ------------------- SARANAGATHI Io non faccio 'discorsi'; le parole che vi rivolgo sono piuttosto del tipo Samabhashana. Desidero che seguiate ogni parola che dirò con reverente attenzione, perché la vostra Anandam è il Mio Aharam, cioè la vostra gioia il Mio cibo. Potrete ottenere Anandam solo seguendo i Miei consigli ed è per questo che desidero ascoltiate con attenzione, facendo tesoro di tutto quello che dico. Non si tratta di una conferenza dalla quale vi aspettate di ricevere nuove lezioni di vita. Il Signore è una montagna di Prema: per numerose che siano le formiche che si portano via particelle di dolcezza, non potranno mai esaurire la Sua pienezza. Egli è un oceano sconfinato di misericordia. Bhakthi è il modo più facile per vincere la Sua Grazia e realizzare che il Signore pervade ogni cosa, anzi è ogni cosa! Saranagathi, che lascia tutto alla Sua volontà, è la forma più alta di Bhakthi. Una volta un bramino stava guadando un fiume, presso il quale alcuni uomini lavavano i panni. Vedendo un bel tutania di seta sulle spalle del bramino, i lavandai gli piombarono addosso gridando che quel tessuto apparteneva al Palazzo e doveva essere consegnato loro perché venisse lavato; era stato rubato. Il povero bramino, quando cominciarono a piovergli addosso pietre, chiamò: 'Narayana, Narayana!'. Narayana a quel grido si alzò dal suo trono in Vaikunta e gli andò incontro; ma subito ritornò sui suoi passi, suscitando la sorpresa della moglie, che volle conoscere la ragione dello strano comportamento. Disse allora Narayana: 'Volevo aiutare quel povero bramino caduto in mano ai briganti, ma ha cominciato a controbatterli, restituendo colpo su colpo e il mio aiuto non è più necessario.' Quando Bhakthi sta emergendo, proprio come una pianticella dal suolo, è necessario circondarla con una rete di protezione; questa rete è il Sanathana Dharma, con le sue leggi, regole, restrinzioni, direttive ed ordini. Cosicché, quando il frutto è acerbo non cadrà dall'albero nemmeno sotto i venti più furiosi, mentre quando è maturo cade a terra persino nel silenzio della notte. Un fuocherello si tramuterà in fumo non appena vi gettate sopra dei legnetti verdi, ma la foresta in fiamme ridurrà in cenere anche l'albero più verde che incontra sul suo cammino! La cosa necessaria è la conquista dell'ego. Il vitello grida nel suo egoistico orgoglio: 'Ham Hai, Ham Hai' 'Sono io, Sono io', e non ha che pochi giorni di vita. Viene legato a un palo lontano dalla madre e costretto a lavorare finché si riduce pelle e ossa. Tuttavia l'animale non impara la lezione dell'umiltà. Persino quando la sua pelle viene adoperata per fare un tamburo, risuona egoisticamente: 'Ham, ham, ham'. E' necessario tagliarla e tirarla in corde sottili, perché il vitello mostri di aver tratto beneficio da tutte le punizioni subite e mormori: 'Thum, thum, thum', cioè 'Tu, tu, tu'. Finalmente il suo ego se ne è andato. L'Haridasa percorre le strade con due cembali, l'eterno duetto di bene e male, gioia e dolore e con la mano sinistra fà risuonare il thambura di Samsara. Samsara è la nota alla quale deve intonare le sue canzoni, cioè la Sruthi. Ma sia la Sruthi che il ritmo hanno lo scopo di elevare l'effetto della canzone che sta cantando, il canto della gloria del Signore. Ricordo di avere risposto a un tale nel Maharashtra, quando Mi trovavo nel precedente Sariram, che esistono tre tipi di devozione: il metodo Vihanga, simile ad un uccello rapace che piomba su un albero colmo di frutti maturi; in questo caso il Bhaktha è troppo impaziente, e proprio per questa ragione, manca la presa e si lascia sfuggire il frutto dalle mani. Il metodo Marcata, simile ad una scimmia che trae a sè un frutto dopo l'altro, ma a causa della sua incostanza non riesce a decidere quale desidera; in questo caso il Bhaktha esita e cambia troppe volte la meta perdendo in tal modo ogni possibilità di successo. Il metodo Pimelia, simile ad una formica che procede lentamente, ma fermamente, verso la dolcezza; in questo caso il devoto si dirige direttamente, con totale attenzione verso il Signore, vincendo la Sua Grazia! Bhakthi e Sraddha sono i due remi coi quali potete fare attraversare alla vostra barca il mare di Samsara. Prima di andare a dormire un bambino disse: 'Mamma, svegliami quando avrò fame'. Rispose la madre: 'Non v'è bisogno, ti sveglierà la tua stessa fame'. Parimenti, quando si manifesta la fame di Dio, sarà essa stessa a rendervi attivi perché cerchiate il cibo che vi necessita. Egli vi ha dato la fame e vi fornisce il cibo; vi ha dato le malattie e vi fornisce le medicine. E' vostro dovere far si' che vi nasca la fame giusta e la giusta malattia, per usare il giusto cibo e la giusta medicina. L'uomo deve venir soggiogato e affranto da Samsara. Questo allenamento vi farà conoscere che jagath è Mithya. Nessun insegnamento sarà in grado di convincervi di una trappola, a meno che non la sperimentiate di persone. Toccate il fuoco e bruciatevi: non c'è nulla di meglio per insegnarvi ad evitarlo. Finchè non lo toccate, conoscerete solo la fiamma, ma il fuoco è fiamma e calore insieme; proprio come questo Jagath è Sathya e Asathya, cioè Mithya. In questi tempi c'è l'abitudine di giudicare gli altri, etichettandoli come Bhaktha o Nasthika. Cosa ne sapete, cosa mai potete saperne del lavorio interiore della mente altrui? Viveva un tempo una regina molto devota a Rama, che si dispiaceva perché suo marito, il Raja, non ne pronunciava mai il nome. La donna aveva fatto il voto che se mai il marito avesse dato segno della sua Bhakthi, o perlomeno avesse rispettato il nome di Rama, avrebbe celebrato la Puja in tutti i templi e nutrito i poveri su vasta scala. Una notte, mentre dormiva, il Raja pronunciò tre volte il nome di Rama con devozione. La gioia della Rani fu molto grande, e subito ordinò che in tutto il reame si facesse festa e si nutrissero i poveri. E' da notare che il re, da parte sua, non conosceva affatto la ragione delle celebrazioni, perché gli era stato soltanto riferito che stavano eseguendo gli ordini della Regina. Allo stesso modo, un marito può non essere a conoscenza degli ottimi livelli spirituali raggiunti dalla propria moglie. Una volta, una coppia stava attraversando la giungla per recarsi in pellegrinaggio presso un tempio inaccessibile. Il marito vide tra le foglie del sentiero una pietra preziosa che luccicava al sole. Con un rapido movimento del piede la ricoperse di terra per evitare alla moglie la tentazione di raccoglierla e rendersene schiava. Ma la donna vide il gesto e rimproverò al marito di ritenere, nella sua mente, che esistesse una qualche differenza tra la terra e il diamante. Per lei erano la stessa cosa. Il Raja che aveva pronunciato nel sonno il sacro nome di Rama, secondo la storia, fu molto addolorato di questo fatto, poiché pensava che il suo amore per Rama dovesse restare nascosto. Ci sono molte persone che non parlano del proprio Guru e non rivelano i propri Nama e Rupa preferiti; ma, in ogni caso, sia che ne parliate o meno con gli altri, manteneteli sempre nella vostra coscienza. Il nome di Rama, o qualsivoglia altro nome, deve essere costante come il respiro. Per arrivare a questo, la pratica è essenziale. Un visitatore, una volta, disse al dottor Johnson, il famoso pensatore inglese, di trovare raramente il tempo di recitare il nome del Signore, a causa delle migliaia di cose che lo tenevano impegnato tutta la giornata, fino a notte tarda. Il dottor Johnson replicò, a sua volta, chiedendo come mai milioni di persone trovavano lo spazio necessario per vivere sulla faccia di questa terra che per due terzi è ricoperta d'acqua e, per il restante, piena di montagne, deserti, foreste, regioni glaciali, letti di fiumi, paludi ecc ... Il visitatore rispose che l'uomo, in un modo o nell'altro, aveva lottato fino a procurarsi dello spazio vitale. 'E' cosi'', disse il dottor Johnson, ' in un modo o nell'altro, l'uomo deve trovare pochi minuti al giorno per pregare il Signore'. La Bhakthi, e l'atteggiamento di Saranagathi che ne è il frutto finale, vi darà un enorme coraggio, in grado di farvi fronteggiare qualunque emergenza; questo coraggio viene chiamato Vairagya. La storia di Mohair è un buon esempio di questo eccelso tipo di Vairagya. Il principe Mohair si recò da un saggio nella foresta e chiese che gli facesse da guida sul sentiero spirituale. Per prima cosa il saggio si informò se avesse già conquistato Moha, come indicava il suo nome, e il principe rispose che non solo lui, ma ogni persona del suo regno la possedeva! Allora il saggio decise di verificare l'affermazione. Prese le vesti del principe, le bagnò di sangue e si recò al palazzo dove raccontò che il giovane era stato assassinato dai braganti della jungla. La damigella che gli venne incontro, rifiutò di affrettarsi a portare la notizia negli appartamenti reali, dicendo: 'E' nato, è morto; cosa c'è di tanto urgente di questa notizia ch'io debba interrompere il solito lavoro per correre dal re e dalla regina?'. Quando, alla fine, il saggio ottenne un'udienza e comunicò la triste notizia al padre, questi rimase tranquillo, sussurrando come a sè stesso: 'L'uccello è volato via dall'albero dove si era posato per riposare'. Anche la Rani non si scompose; disse al saggio che questa terra è come un caravanserraglio dove gli uomini si fermano per riposare lo spazio di una notte e all'alba, uno per uno, riprendono la propria strada. Noi chiamiamo parenti ed amici, i viaggiatori ai quali ci siamo affezionati durante la breve sosta nel caravanserraglio. Anche la moglie del 'morto' restò impassibile e disse: 'Marito e moglie sono come due pezzi di legno che discendono un fiume; per un certo tratto viaggiano vicini, poi, quando una corrente si frappone fra loro, vengono divisi, e ciascuno deve raggiungere il mare per proprio conto. Non c'è motivo di dolersi per questa separazione. E' nella natura delle cose che avvenga così'. Il saggio fu sopraffatto dalla gioia nel vedere un Vairagya tanto fermo e sincero, sia nel re che nei sudditi. Tornò nella foresta e disse al principe che, durante la sua assenza, un esercito ostile aveva invaso il regno, trucidato la sua famiglia e resi schiavi i sudditi. Il giovane rimase tranquillo e disse: 'Tutto ciò è come una bolla, fragile ed effimera. Lascia che segua la sua vita di bolla. Guidami piuttosto perché possa raggiungere l'Infinito e l'Imperituro'. Una tale Vairagya discende dalla Grazia del Signore; per ottenerla sono necessarie molte generazioni di Samskara e di lotta. Nel frattempo, iniziate a fare il primo passo: pulite la vostra mente e coltivate la virtù. E se proprio non volete iniziare in questo modo, evitate almeno di deridere e scoraggiare quelli che ci provano. Fate almeno questo! Inoltre, cercate di non dipendere dagli altri per svolgere il vostro lavoro e soddisfare i bisogni personali. Siate autosufficienti questa è vera libertà. Non accettate nulla senza ricambiarlo con favori o lavoro: un tale modo d'agire genererà il rispetto reciproco. Ricevere un favore significa legarsi al donatore; siate più dignitosi e rispettatevi di più. Questo è il miglior servizio che possiate fare a voi stessi. Lo 'zio' Luna è zio di tutti i bambini della terra. Allo stesso modo, il Signore è Padre di tutti, ed ogni uomo ha diritto alla sua quota delle ricchezze paterne; ma, per ottenerla, dovete prima aver raggiunto una certa età e un determinato livello di intelligenza e capacità discriminativa. Il Signore non ritiene il malato e l'ignorante adatti a ricevere la sua proprietà. La Sua ricchezza è Grazia, Prema. Se possedete Viveka e Vairagya avete il diritto a richiedere la vostra parte. Portaemi Bhakthi e riprendetevi Sakthi al suo posto! Più fate di questi scambi e più sono contento. PortateMi ciò che avete: dolori e dispiaceri, preoccupazioni ed ansietà, e da Me prendete in cambio gioia e pace, coraggio e fiducia. Io non ho preferenze tra i devoti. La madre passa molto tempo accanto al bambino malato, agli altri figli chiede di badare a sè stessi. Ma nutre con le proprie mani il più piccolo. Ciò non significa che non ami i figli più grandi. Allo stesso modo, non pensate che se non presto un'attenzione ostensibile verso una persona, questa sia esclusa dal Mio Prema. Prendete nota di ciò: con questo Avathar i malvagi non saranno distrutti, ma corretti, riformati, educati e ricondotti sul sentiero che avevano abbandonato. L'albero infestato dalla formica bianca non verrà tagliato, ma salvato. Inoltre, questo Avathar non sceglierà come centro dei Suoi Lila, Mahima e Upadesa, altro luogo che quello dove è nato. Questo albero non verrà trapiantato, ma crescerà laddove è emerso dal suolo. Ed eccovi un'altra particolarità: questo Avathar non conserva alcuna parentela o attaccamento verso i membri della famiglia dove è apparso. Mentre, quando si manifestò come Rama, Krishna ecc. la Sua vita fu spesa in prevalenza tra i membri della famiglia e per essi. Questo Avathar è disceso soltanto per i Bhaktha, gli aspiranti, i sadhu e i sadhaka. Non ha japa, dhyana o yoga; non conosce l'adorazione e non prega, perché Egli è l'Eccelso; vi insegna ad adorare e a pregare. All'uomo mondano, una persona inebriata di Dio, apparirà folle e degna di scherno, ma, a sua volta, il mondano apparirà insano, pazzo, sviato e cieco all'uomo intossicato di Dio. Tra tutte le infermità che travagliano l'uomo, la pazzia di Dio è la meno dannosa, la più benefica. Il mondo ha sofferto danni incalcolabili per colpa di governanti e guide insane, ma dal pazzo di Dio non è derivato altro che armonia, pace, fratellanza e amore. ( Prasanthi Nilayam: Mahasivarathri 1955) Fine

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