DEFINIZIONE:
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Sostanza alchemica dalle qualità
simili alla Pietra Filosofale (v.), nota anche come Antimonio (v.).
Acqua: Composto liquido, la cui molecola è formata da due parti di idrogeno ed
una di ossigeno, biologicamente indispensabile ad ogni forma di vita e perciò
presente in tutti gli esseri viventi. Per il suo valore e per le capacità
purificatrici, ha presenza rilevante nei miti ed in quasi tutti i rituali
religiosi. Molte cosmogonie vi si collegano, dalla creazione dell'Uomo cosmico
(v. Purusha) alla biblica Genesi (1, 6), sempre implicante la sua presenza per
la rigenerazione dell'uomo. Diverse liturgie ne prescrivono l'impiego per
abluzione, aspersione od immersione, considerandolo quindi mezzo di
purificazione e di benedizione. Nelle culture di livello etnologico o
folkloristico viene invocata od assimilata quale energia fecondatrice, in
ausilio od a sostituzione del seme virile. Gli antichi popoli ugro-finnici
pregavano una Madre Acqua per favorire la maternità, mentre le spose tartare
sterili si inginocchiavano in preghiera presso gli stagni. Molte culture pongono
l'acqua a separazione del mondo dei vivi da quello dei defunti. L'Elemento
Acqua, come suggerisce il simbolo, rappresenta il flusso del Divenire percepito
dal punto di vista di chi lo riceve. Questo implica che esiste, come
antecedente, una sorgente attiva del flusso stesso, mentre chi riceve si colloca
in una sequenzialità passiva del divenire, nel senso che non può intervenire
direttamente sulla sorgente stessa. Tuttavia, talvolta, chi riceve può
indirizzare l'acqua su percorsi non disordinati. L'Acqua è uno dei quattro
elementi alchemici. É l'elemento dinamico, che scorre e può generare
trasformazioni. La sorgente da cui scaturisce l'Acqua viene percepita, da chi la
riceve, come una Immanenza. Viene simboleggiata da un triangolo equilatero
rovesciato, ovvero con il vertice verso il basso, come in figura. Nel Tempio
massonico viene impiegata dal 2° Sorvegliante nel corso del rituale di
iniziazione dei neofiti.
Acqua, Prova dell’: Era una sorta di «Giudizio di Dio», come l’Ordalia (v.), in
uso durante il Medioevo, ed era effettuata mediante l’impiego di acqua calda o
fredda. Nel primo caso l’imputato immergeva in acqua bollente il braccio nudo
che, estratto, era avviluppato in un sacco subito sigillato. Dopo tre giorni,
valutata l’entità delle scottature subìte, il giudice emetteva il verdetto di
condanna o di assoluzione. Nel secondo caso l’accusato veniva buttato
nell’acqua, con la mano destra legata al piede sinistro e viceversa: era
giudicato innocente se riusciva a restare a galla, colpevole (e condannato) se
affondava.
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