DEFINIZIONE:
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Da agnostico, derivato dal greco agnwstoz, ignoto: atteggiamento
di pensiero che, senza identificarsi con una specifica scuola filosofica,
caratterizza una linea di sviluppo della cultura occidentale, a partire dallo
scetticismo greco fino al positivismo del XX secolo, ed a varie correnti
contemporanee. Esso afferma che la mente umana è incapace di spingersi oltre i
fenomeni empirici o naturali, e quindi è impossibilitata a cogliere le cause e
l’essenza interna delle cose. Ne consegue che mentre è costruibile una scienza
dei fenomeni fisici, è impensabile una scienza di tutto ciò che va oltre
rispetto ad essi, sia nel senso religioso sia in senso metafisico. L’A. non è
quindi negazione della conoscenza in generale, ma della conoscenza extra
empirica o filosofica. Oltre che nello scetticismo greco, ne vediamo le
anticipazioni nella separazione medievale tra ragione e fede, ed il primo
sviluppo sistematico nel criticismo kantiano, che distingue tra fenomeno e cosa
in sé, ereditando le limitazioni formulate dall’empirismo inglese. Il pieno
sviluppo dell’A. si ha con le varie forme di positivismo e di materialismo
positivistico dell’Ottocento, nella filosofia di Comte ( a prescindere dal suo
esito religioso), nel materialismo tedesco, ed in modo particolare
nell’evoluzionismo positivistico di spencer: tutta la tematica positivistica si
orienta verso la critica e la negazione della metafisica, o più semplicemente
verso una conoscenza strettamente circoscritta ai fatti osservabili. Nel nostro
secolo la tendenza agnostica è presente soprattutto nella elaborazione del
neopositivismo europeo e statunitense, e nella filosofia analitica britannica.
Secondo Sciacca (Filosofia e Metafisica, Ediz. Marzorati) vi è un A. "che non
solo crede nell’esistenza di Dio, ma accetta anche la Rivelazione, alla quale
però da soltanto valore pragmatico o regolativo. L’agnostico non sa alcunché di
Dio, e nulla può saperne: d’altra parte legge che Dio vuole che si creda che è
padre onnipotente ed onnisciente, e crede tutto ciò. L’agnostico che afferma di
non sapere alcunché di Dio, se esiste o non esiste, ma nello stesso tempo crede
per fede, riduce la fede stessa ad un puro stato d’animo, e la religione ad un
sentimento soggettivo di sola vaga religiosità. Ma non vi è fede senza un
contenuto oggettivo. La pura religiosità può colmarsi indifferentemente di
qualsiasi contenuto, di Giove come di Cristo".
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