DEFINIZIONE:
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Allusione. Descrizione di una cosa sfruttando l'immagine di un'altra.
Rappresentazione mediante messaggio figurato di qualcosa suggerito, intuìto ma
non definito. Rappresentazione di idee, di concetti e di azioni mediante simboli
e figurazioni, impiegata e sfruttata nella letteratura, nelle arti figurative,
nei discorsi e nei riti. Nelle antiche religioni rappresentava un sistema
esplicativo, usato per configurare, sotto forme immaginarie, verità e messaggi
astratti di contenuto filosofico, onde renderne comprensibile il significato
occulto alle masse popolari. Y (Mitologia) L'A. viene considerata
l'interpretazione fantastica prestata dall'ingenua umanità primitiva ai fenomeni
fisici e spirituali più imponenti e misteriosi della natura, nonché all'infinita
varietà dei sentimenti che questi ispiravano, personificandoli. Questo spiega
determinate stranezze e certe apparenti immoralità che si incontrano nelle
leggende classiche, spesso stravaganti, che vennero poi trasfigurate dai poeti.
É di tali trasfigurazioni che è composta l'A. la diffusione successiva del
cristianesimo non ne comportò la scomparsa, anzi le contaminò adattandole alle
sue, anche perché si erano tanto eternate con le più alte ed immortali opere
d'arte espressiva figurativa e plastica da renderle insopprimibili, almeno per
guadagnare credibilità alle loro dottrine innovatrici. La Natura era infatti
raffigurata come figlia di Giove, una donna dotata da una duplice e bizzarra
fila di mammelle turgide di latte. Con questo ingenuo simbolo di fecondità
veniva identificata la perenne nutrice del genere umano. Anche l'Eternità era
simbolicamente raffigurata da un serpente che si morde la coda, formando così un
cerchio nel cui centro veniva collocata una clessidra, simbolo della fugacità
del tempo. Infine sono considerate figure allegoriche l'Occasione (il dio
Kairos), l'Abbondanza (la capra Amaltea), la Fama (messaggera di Giove), la
Vittoria (la dea alata comparsa dopo la guerra contro i Titani), la Pace (la
giovane figlia di Giove, munita d'un ramo d'ulivo e di un caduceo) e la
Persuasione (la giovane Pitho greca o Suada romana, velata d'oro e col capo
coperto da una lingua umana). Molte virtù venivano personificate presso gli
antichi. Così l'Innocenza (giovane biancovestita, che si lava le mani, avendo al
fianco un candido agnello), il Pudore (giovane con un giglio in mano, che
nasconde il viso dietro l'altra mano), la Prudenza (donna con due facce, la
consapevolezza del passato e la previdenza del futuro), l'Onore (un guerriero
armato di lancia e scudo, adornato da una catena e con un bracciale d'oro), la
Fedeltà (due mani congiunte oppure giovane con chiave in mano e cane al
guinzaglio), la Pietà (donna velata appoggiata al capo d'un fanciullo, simbolo
dell'amore reverente dovuto dai figli ai genitori, e dall'uomo verso i suoi
simili), la Beneficenza (donna che distribuisce doni stringendo al seno un
alcione, ad accreditare la favola secondo cui la femmina assiste amorevolmente
il maschio quando la vecchiaia lo rende incapace di auto alimentarsi), la
Clemenza (aquila posata su un fulmine intrecciato con un ramo d'ulivo) e la
Carità (donna con un cuore in mano che stringe al seno un fanciullo). Ovviamente
anche i maggiori vizi erano simbolicamente personificati. Y (Esoterismo) Non
essendo possibile comunicare direttamente a parole il significato di esperienze
esistenziali, si tende a proporre condizioni simili tramite esempi che possano
facilitare un collegamento esistenziale ad esperienze già in qualche modo
vissute. In tale opera le A. si integrano con i Simboli. A. se ne possono
trovare di vari tipi. Ognuna può proporre, in diversa misura, aspetti di volta
in volta più orientati a sequenze di eventi piuttosto che a particolari idee. Ne
consegue che alcune interpretazioni possono essere apparentemente viziate da una
prima lettura non sufficientemente approfondita. In generale dovrebbero essere
sempre privilegiati gli aspetti esistenziali ed i modi d'essere (v.
Comportamento) ad essi associati. Spesso, letture successive chiariscono e
svelano aspetti nascosti. É per questo che tradizionalmente viene raccomandato
il detto lege, lege, relege (leggi, leggi e rileggi). I Pitagorici celavano i
propri sentimenti verso la natura dietro il velo di A. divine. Accusati di
empietà dalla casta sacerdotale, si esposero per questo alla persecuzione
furiosa del mondo profano. Con la simbologia, è il metodo comunicativo preferito
dalla Massoneria.
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