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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «00080»

TERMINE: ALTARE
DEFINIZIONE:

Tavola liturgica sulla quale il sacerdote (cattolico) celebra il sacrificio della santa messa. Sinonimo di Ara (v.), presso greci e romani era costituito da una specie di piattaforma in legno o pietra, sulla quale venivano offerti sacrifici agli dei Superi, cioé del cielo, in contrapposizione a quelli Terrestri, od Inferi. Per gli altri dei era sufficiente la più modesta Ara (v.), ovvero un semplice rialzo od un muricciolo destinato allo stesso scopo ed anche per raccogliere offerte. L'A. sorgeva dapprima su alture dominanti il territorio, in seguito quasi sempre nella parte più riposta e custodita del tempio. L'A. paleocristiano era spesso costruito in legno, come dimostrano i frammenti lignei conservati nell'Arcibasilica Lateranense ed in Santa Prudenziana a Roma. Nel 517 il sinodo di Epaona vietò di consacrare A. che non fossero di pietra. L'uso di rinchiudere all'interno dell'A. le spoglie del martire cui esso era dedicato od altre reliquie, diede un ulteriore impulso all'adozione della tipologia greco-romana dell'A. a parallelepipedo. Spesso, al disotto dell'A. vero e proprio, vi era una cameretta vuota, detta arca, comunicante con la tomba del martire. Denominato confessione, questo A. ebbe grande diffusione nel Rinascimento. Nella sua collocazione fu preferito per lungo tempo il punto di demarcazione tra presbiterio ed abside. L'A. centrale fu spesso accompagnato da strutture architettoniche che gli dessero il massimo risalto, come in San Pietro ed in Santa Maria di Cosmedin a Roma. Con l'avvento dell'architettura gotica l'A. venne spostato fino a farlo appoggiare alla parete di fondo, rendendo necessaria la decorazione di questa. Nacque così il retro A., composto da doni votivi o dal tesoro del tempio. Splendidi esempi ne sono il dossale di san Nicola a Burgos e la pala d'oro di San Marco a Venezia. Il dossale prese poi la forma di postergale marmoreo o di polittico dipinto, di cui si hanno splendidi esempi nelle pale di Cimabue e Duccio. Dal Rinascimento italiano in poi venne infine abbandonato il polittico ed adottato un unico grande elemento figurativo, seguendo l'esempio di Tiziano.

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