DEFINIZIONE:
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Tavola liturgica sulla quale il sacerdote (cattolico) celebra il
sacrificio della santa messa. Sinonimo di Ara (v.), presso greci e romani era
costituito da una specie di piattaforma in legno o pietra, sulla quale venivano
offerti sacrifici agli dei Superi, cioé del cielo, in contrapposizione a quelli
Terrestri, od Inferi. Per gli altri dei era sufficiente la più modesta Ara (v.),
ovvero un semplice rialzo od un muricciolo destinato allo stesso scopo ed anche
per raccogliere offerte. L'A. sorgeva dapprima su alture dominanti il
territorio, in seguito quasi sempre nella parte più riposta e custodita del
tempio. L'A. paleocristiano era spesso costruito in legno, come dimostrano i
frammenti lignei conservati nell'Arcibasilica Lateranense ed in Santa
Prudenziana a Roma. Nel 517 il sinodo di Epaona vietò di consacrare A. che non
fossero di pietra. L'uso di rinchiudere all'interno dell'A. le spoglie del
martire cui esso era dedicato od altre reliquie, diede un ulteriore impulso
all'adozione della tipologia greco-romana dell'A. a parallelepipedo. Spesso, al
disotto dell'A. vero e proprio, vi era una cameretta vuota, detta arca,
comunicante con la tomba del martire. Denominato confessione, questo A. ebbe
grande diffusione nel Rinascimento. Nella sua collocazione fu preferito per
lungo tempo il punto di demarcazione tra presbiterio ed abside. L'A. centrale fu
spesso accompagnato da strutture architettoniche che gli dessero il massimo
risalto, come in San Pietro ed in Santa Maria di Cosmedin a Roma. Con l'avvento
dell'architettura gotica l'A. venne spostato fino a farlo appoggiare alla parete
di fondo, rendendo necessaria la decorazione di questa. Nacque così il retro A.,
composto da doni votivi o dal tesoro del tempio. Splendidi esempi ne sono il
dossale di san Nicola a Burgos e la pala d'oro di San Marco a Venezia. Il
dossale prese poi la forma di postergale marmoreo o di polittico dipinto, di cui
si hanno splendidi esempi nelle pale di Cimabue e Duccio. Dal Rinascimento
italiano in poi venne infine abbandonato il polittico ed adottato un unico
grande elemento figurativo, seguendo l'esempio di Tiziano.
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