DEFINIZIONE:
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Anti Messia, in cui il prefisso ha il duplice significato di
opposizione e di sostituzione. Avversario di Cristo che, verso la fine dei
tempi, sedurrà molti cristiani, ma sarà poi annientato proprio da Cristo nella
sua parusìa (v.). Nell’apocalittica giudaica non appare un A. individuale, ma
prevale un’identificazione fra A. e nemico del popolo di Dio. Neanche i Vangeli
parlano di un A. individuale, e Gesù si limita a preannunciare molti
pseudocristi e pseudoprofeti (Matteo 24-25; Marco 13, 22; Giovanni 5, 43). La
prima menzione esplicita dell’A. appare in s. Paolo, che lo identifica con
l’uomo dell’iniquità, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni cosa che
viene definita Dio, fino ad assidersi nel tempio di Dio, additando sé stesso
come Dio (II Tessalonicesi 2). Nelle sue epistole Giovanni afferma che l’A. è
già nel mondo, anzi "sono già apparsi molti A." (I 2, 18), e dichiara: "Questi è
l’A. che nega il Padre ed il Figlio" (I 2, 22). L’Apocalisse è il quadro
profetico della lotta fra Cristo e l’A.: la Bestia del mare (13, 1-8) che
combatte e vince i Santi di Dio è l’A. politico, mentre la Bestia della terra
(13, 11-17), che le è subordinata come profeta, è lo pseudoagnello. Dal II
secolo ad oggi gli esegeti hanno riconosciuto nell’A. una persona individuale;
ma abbiamo visto che questa tesi non trova riscontro negli scritti biblici,
perché anzi dai testi di Paolo e Giovanni l’A. appare come il segno di
un’opposizione collettiva. Le identificazioni individuali dell’A. sono state
innumerevoli nella storia: da Caligola a Nerone, fino a Federico II e Napoleone
e, in tempi più recenti, Hitler e Stalin. Nel Medioevo si accentua la paurosa
attesa dell’A., nel clima del millenaresimo (v.); ma spesso il termine ha senso
esecrativo, come in Caterina da Siena, che chiama l’antipapa Clemente "A. e
membro del demonio" (lettera 306). Poiché il concetto di A. è sempre stato
accoppiato all’idea di apostasia (v.), l’attuale apostasia progressiva del mondo
moderno ha fatto identificare l’A. con questo mondo materialista ed ateo
(Merezkovskij). Leone XIII denuncia "l’odio implacabile che arde nel cuore di
Satana" (Humanum genus, 1884), e Pio X ravvisa l’A. nella società atea e pagana
(E supremi apostolatus cathedra, 1903). É quindi ormai prevalente, in tutti gli
esegeti moderni, l’identificazione dell’A. in una forma collettiva, in cui il
male si oppone a Cristo e vi si sostituisce.
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