DEFINIZIONE:
|
Grande eresia che, promossa da Ario (v.), sconvolse il mondo
cristiano dal IV al VI secolo. Trova origine già nel subordinazionismo di
Origene e di Luciano d’Antiochia, maestro di Ario alla scuola teologica ancora
influenzata dalla tradizione eretica di Paolo di Samosata. L’A. scosse
profondamente la Chiesa, non soltanto nella sua ortodossia dottrinale ma anche
nella sua compagine religiosa, ed ebbe conseguenze negative anche per le molte
interferenze politiche createsi intorno. L’A. nella sua sostanza nega il dogma
della Trinità. Base e fondamento della religione cristiana, che afferma una sola
essenza essenza divina sussistente i tre persone, Padre, Figlio e Spirito Santo,
distinte tra loro nelle manifestazioni, ma coeterne ed uguali in tutto. L’A.
riconosce l’esistenza delle tre persone, ma afferma che solo il Padre è
veramente Dio eterno e non creato (agennhtoz); la seconda persona, il Verbo,
chiamata Figlio in senso adottivo, non è veramente Dio, ma è la prima creatura,
la più eccellente, creata da Dio per essere intermediaria fra lui ed il mondo
fin dall’atto della creazione; la terza persona, lo Spirito Santo, è considerata
una creatura molto al di sotto del verbo, L’A. scalza dalle fondamenta anche i
dogmi dell’Incarnazione e della Redenzione, perché il Verbo avrebbe preso dalla
natura umana soltanto la carne, e non l’anima ragionevole. L’A. fu solennemente
condannato dal I Concilio ecumenico di Nicea, in Bitinia (325), dove fu
proclamato il simbolo niceno, in cui si dichiara che il verbo è consustanziale
al Padre. Di fronte a questa chiara dichiarazione dell’ortodossia l’A. assunse
atteggiamenti dottrinali: 1) Gli ariani puri dichiararono che il Verbo era del
tutto dissimile dal Padre, e furono detti anomei od anche aeziani o eunomiani,
dai nomi dei loro maggiori esponenti Aezio di Antiochia ed Eunomio di Cizico. 2)
I semi-ariani detti omeusiani od omoiusani, poiché invece di chiamare il Verbo
consustanziale al Padre quanto all’essenza lo dicevano simile; verso di loro gli
esponenti dell’ortodossia (s.Ilario, s.Atanasio) si dimostrarono concilianti;
gran numero di essi però negava comunque la divinità dello Spirito Santo. 3) Gli
omeisti, che affermavano semplicemente che il Figlio era simile al Padre, senza
ulteriori precisazioni. Questa formula divenne il credo dell’A. ufficiale
dell’impero romano e, con qualche aggiunta indicativa, dell’A. dei popoli
barbari. 4) I macedoniani, dal nome di Macedonio, vescovo ariano (351-360) di
Costantinopoli, o pneumotomachi (avversari dello Spirito), che negavano la
divinità dello Spirito Santo, facendone la prima creatura del Figlio o Verbo. I
macedoniani si distinguevano dagli ariani propriamente detti, e costituivano una
setta a parte perché, pur negando la divinità dello Spirito Santo, credevano
nella divinità del Verbo.
|