DEFINIZIONE:
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Uomo politico italiano (Pisa, 1761- Parigi, 1837). Esiliato
giovanissimo dal granducato di Toscana per la sua calorosa simpatia verso la
Rivoluzione francese, nel 1789 fondò in Corsica “L’Amico della Libertà
Italiana”, e successivamente a Nizza il “Monitore italiano”. La sua attività di
appoggio ai tentativi di liberazione delle popolazioni italiane e nella
diffusione delle nuove idee repubblicane fu incessante, anche prima di essere
inviato ufficialmente in Italia al seguito delle armate francesi di Massena,
dopo aver ottenuto nel 1793 la cittadinanza francese. Fu in difficoltà con la
caduta di Robespierre di cui era seguace, e nel 1796 venne coinvolto
nell’infelice cospirazione di Babeuf, tendente a restaurare lo spirito
giacobino. Sfuggito al patibolo, dopo vari anni di prigionia visse esiliato a
Ginevra e poi a Bruxelles, dove nel 1828 pubblicò la Cospiration pour l’Egalité,
dite de Babeuf, nella quale ricostruì gli avvenimenti del 1796. Per le sue
tendenze radicali, dopo un iniziale avvicinamento negli anni ’30, fu aspramente
combattuto da Mazzini. Rispetto alle teorie di Babeuf B. accentua le
caratteristiche sociali, e pone maggiormente in risalto gli interessi delle
classi lavoratrici: gli si deve l’accettazione da parte del Babuvismo della
necessità di un governo provvisorio popolare, momento di transizione fra la
presa di potere rivoluzionaria, ancora intesa in modo settario ed elitario, ed
il momento finale, consistente in un assetto di tipo comunistico. La
caratteristica della setta dei babuvisti, che assunse nomi diversi come Adelfia,
il Mondo e Società dei Sublimi Maestri Perfetti, era la sua divisione in una
serie di sette subalterne, ai cui membri non veniva comunicata interamente la
dottrina. Alle sette inferiori si offriva il solo obiettivo, come la legge
agraria o la costituzione della monarchia. A livello più elevato venivano invece
comunicati i tre obiettivi reali della setta: la sovranità popolare, la
proclamazione della repubblica e la comunione dei beni.
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