DEFINIZIONE:
|
Orientamento ideale e pratico che difende posizioni conquistate
dal clero, in contrapposizione alla società laica ed alla sua logica sociale
complessiva. Dunque esso tutela le posizioni della Chiesa, non solo dal punto di
vista dei suoi interessi economici, ma anche da quello della sua egemonia od
influenza culturale e politica, con un’accentuazione generale di tipo
conservatore. Nel Risorgimento italiano il C. è alleato al potere temporale, in
posizione di ostilità all’unità italiana. Dopo l’unità d’Italia, esso solleva la
"questione romana", e si batte affinché i cattolici non partecipino alla vita
politica del nuovo stato. Il C. ottocentesco trova la sua più compiuta
espressione nelle direttive formulate dal Margotti (1863), tramite il "non
expedit", e sarà superato solo con l’autorizzazione di Benedetto XV ai cattolici
di aderire al partito Polare italiano fondato nel 1919. Da allora il termine C.
è usato con una accezione molto attenuata. Con l’affermarsi della società
capitalistica avanzata, diminuendo l’importanza dei centri di potere marginali
su cui il C. tradizionalmente si basava, esso subisce una modifica, e tende a a
non presentarsi più di per sé come tendenza "pura", ma ad accompagnarsi a
correnti più genericamente conservatrici.
|