DEFINIZIONE:
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Concezione religiosa nata nel XVII secolo e sviluppatasi soprattutto in
Inghilterra. Essa nega il principio di autorità religiosa e la rivelazione, ed
in generale tutti i dogmi positivi: al contrario, esso ammette soltanto quelle
verità morali o religiose cui l’uomo può pervenire attraverso il solo esercizio
delle sue facoltà razionali, e perciò è stato anche chiamato religione naturale
o razionale. Il D. inglese inizia con Herbert, che sottopose la religione
soprannaturale all’istinto naturale: fu poi nettamente sostenuto da Toland,
Collins, Tindal e Wollaston, sotto l’influenza di Shaftesbury ed anche di Locke.
Hume si ricollega al D. nella sua critica della superstizione e del fanatismo,
ma ne mette duramente in crisi il fondamento razionale, definendo la religione
come manifestazione del sentimento. Il D. si diffuse in Francia con Voltaire,
gli enciclopedisti e Rousseau, ed anche nell’Illuminismo tedesco espresso da
Lessing e con minore incidenza in quello italiano.
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