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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «00602»

TERMINE: DELFI
DEFINIZIONE:

Località della Grecia (Focide), sulle pendici meridionali del monte Parnaso, di notevole importanza nell’antichità come centro religioso e sede dell’oracolo di Apollo. In età classica questo fu il più famoso tra gli oracoli apollinei. Il centro cultuale risale al periodo pre-greco, ed era probabilmente dedicato ad un demone ctonio. La tradizione greca ricorda in varie forme il passaggio al culto di Apollo, ed il motivo ritorna nelle Eumenidi di Eschilo. Le profezie erano rese da una sacerdotessa (Pizia), in uno stato di trance estatica indotto con procedimenti misteriosi, forse attraverso droghe vegetali. L’oracolo di D. era riconosciuto da tutti i Greci, ed anche dai popoli vicini ruotanti nell’orbita ellenica, tant’è che Romani e Lidii, in epoche diverse, furono rappresentati nel collegio sacerdotale che amministrava il complesso dei templi. Dal punto di vista religioso, i suoi responsi erano in genere orientati in senso tradizionalista e conservatore. Politicamente l’oracolo era il centro di un’amfizionia riconosciuta da tutte le polis, e quasi l’unica autorità superstatale accettata nell’Ellade. Giocò un ruolo importante nella grande colonizzazione; ed appoggiò poi l’istituzione delle tirannidi e della relativa opera legislativa. Durante le guerre persiane l’oracolo sconsigliò dapprima la resistenza, per aderire poi alla politica spartana; appoggiò infine la politica di Filippo di Macedonia. Il centro di D. ebbe grande importanza religiosa fino alla caduta dell’impero romano. Y (Archeologia) Pausania parla a lungo della topografia di D. nella sua Periegesis. I resti furono messi in luce e restaurati a partire dal 1880, per merito della Società archeologica francese di Atene. L’antico centro si articola in tre zone: Marmarià, la gola di Castalia ed il santuario. Il terrazzo di Marmarià reca il tempio di Atena Pronaia, dorico, periptero, esastilo, in tufo, costruito nel 480 a.C.; alla fine del V secolo fu costruita la thòlos, di pianta circolare, dall’architetto Teodoro di Focea; in basso è la palestra con cortile, circondato da peristilio. La fonte Castalia, tagliata nella roccia, ha un bacino a sette bocche, da cui l’acqua scendeva fino al santuario. Esso è chiuso da un tèmenos di pianta rettangolare, con delle porte; da quella orientale parte la via sacra, che attraversa l’area dei tesori e dei donarri. Famoso è il tesori di Sicione (500 a.C.), dorico in antis, ornato di metope scolpite da artisti peloponnesiaci. Segue il tesoro dei Sifni, in stile ionico, con il fregio del 530 a.C., che a Nord reca la Gigantomachia, il consesso degli dei ad est, il giudizio di Paride ad Ovest ed un corteo a Sud. All’angolo della via sacra è il tesoro degli Ateniesi, dorico in antis, costruito con il bottino della battaglia di Maratona: le merope con le imprese di Eracle mostrano il sorgere del nuovo stile severo nella scultura greca. I Nassi alzarono una colonna, nel 550, che reggeva una sfinge dal volto di donna ed il corpo di cagna alata, oggi conservata nel museo. Altre statue, tripodi, basi e colonne votive furono innalzate via via come offerte, specialmente dalle città greche dell’Occidente. Il tempio di Apollo è dorico, periptero, esastilo, con quindici colonne si lati lunghi. Il frontone marmoreo, opera di di Antenor, fu donato dagli Alcmeonidi, e raffigura la quadriga sacra, con koùroi e kòrai laterali, e leoni che divorano cervi negli angoli. Sulla terrazza sovrastante fu ritrovato l’auriga bronzeo, ex-voto di Polizalo di Gela, ed il tèmenos di Neottolemo, restaurato dai principi tessali; con le statue di Daochos e di Agias, opera celebre di Lisippo. Il teatro fu costruito nel IV secolo a.C. nell’angolo Nord Ovest del recinto, e fu restaurato da Eumene II. Accanto era la Lesche degli Cnidi del 450 a.C., famosa per le pitture di Taso, raffiguranti l’Ilioupèrsis e la Nèkya.

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