DEFINIZIONE:
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Termine derivato dal greco dhmiourgoz, artefice, ordinatore, nella
società greca arcaica, da Omero in poi, designava chiunque si fosse guadagnata
la vita al di fuori dell’agricoltura. Identificava non solo gli artigiani, ma
anche i medici, gli aedi e gli araldi. Nella civiltà greca classica la classe
demiurgica, limitata agli artigiani indipendenti o salariati, godette di grande
importanza in alcune situazioni particolari, come dell’Atene Periclea, tanta che
nelle costituzioni di varie poliz esistevano magistrature in genere collegiali
di D., che avevano evidentemente il compito di difendere i suoi interessi.
Secondo Platone (come nel suo Timeo) il D. è l’artefice del mondo che ha
plasmato tutte le cose, sia rivolgendosi al modello eterno delle idee, sia
guardando alla materia informe e disordinata (v. il Caos). Esso si distingue
dunque dal concetto tradizionale di Dio, in quanto non è una divinità creatrice,
ma svolge una funzione di attività mediatrice tra idee e materia; inoltre ha la
realtà di un mito verosimile. Nel neoplatonismo e nelle correnti gnostiche, il
D. diviene una divinità subordinata al Dio Supremo, e mediatrice tra
quest’ultimo ed il mondo. Per Plotino il D. è l’anima del mondo.
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