DEFINIZIONE:
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Lettera apostolica del pontefice diretta ai vescovi su argomenti
interessanti la dottrina o la morale. L’uso dell’E. venne introdotto da
Benedetto XIV con la prima lettera del suo pontificato (3.12.1740). L’E. si
differenzia dal rescritto che è invece indirizzato ad una sola persona. Si usa
citare le E. con il loro incipit, ovvero col loro inizio. Fra le più importanti
del XIX e XX secolo si possono ricordare: Nostris et nobiscum (Pio IX, 1849) su
comunismo e socialismo; Quanta cura (Pio IX, 1849) sul naturalismo accompagnata
dal celebre Syllabus; Rerum novarum (Leone XIII, 1891) sulla condizione della
classe operaia; Pascendi dominici gregis (Pio X, 1907) sul modernismo; Casti
connubii (Pio XI, 1930) sul matrimonio cristiano; Mit brennender Sorge (Pio XI,
1937) sul nazismo; Humani generis (Pio XII, 1950) sull’ortodossia cristiana;
Miranda prorsus (Pio XII, 1957) su cinema, radio e televisione; Mater et
Magistra (Giovanni XXIII, 1961) sul problema sociale; Pacem in terris (Giovanni
XXIII, 1963) sulla pace nel mondo; Populorum progressio (Paolo VI, 1967) ancora
sul problema sociale; Sacerdotalis caelibatus (Paolo VI, 1967) sul celibato dei
sacerdoti.
Encratiti: Seguaci di una primitiva setta cristiana rigorista ed eretica. Dal
greco egcrathz, continente, od encrateia, astinenza, era anche denominata degli
Encratici, dei severiani o dei continenti. Sorta nel II secolo, ebbe i suoi
massimi rappresentanti in Tiziano, Giulio Cassiano e Severo. Gli E.,
identificando il male nella materia e nella carne (collegandosi in questo alle
teorie gnostico-dualistiche), respingevano il matrimonio, ed erano astemi e
vegetariani. Sostenevano la necessità di liberare lo Spirito dalla materia
attraverso le pratiche ascetiche, la castità e l’astensione da alcuni cibi, tra
i quali la carne ed il vino. La stessa Eucarestia (v.) veniva celebrata con la
sola acqua, guadagnandosi così l’ulteriore appellativo di acquariani. Di
rigorosissimi costumi, negavano la Comunione a quanti avessero peccato anche una
sola volta. Nonostante la ferma opposizione di Ireneo ed Ippolito (II secolo) il
movimento riscosse grande successo ovunque, diffondendosi soprattutto in Asia
Minore, per estinguersi poi nel corso del V secolo.
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