DEFINIZIONE:
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Personaggio leggendario discendente di Set, rapito in cielo all’età di
365 anni (Genesi 5, 21-24). Nella leggenda E. è considerato un indovino dei
misteri celesti e terrestri. Assume un ruolo importante nell’Apocrifo della
Genesi rinvenuto nel 1947 nel Mar Morto (v.). Si parla di lui nella Lettera agli
Ebrei (11, 5-6), mentre nell’Apocalisse (11, 3-12) lotta con l’Anticristo
insieme con Elia. Nel Corano è identificato con il misterioso Idris (19, 67; 21,
85). L’originale ebraico dell’apocrifo Libro di E. (II-I secolo a.C.) andò
perduto. Oggi ne esistono tre versioni: etiopica, slava ed ebraica. L’E.
etiopico è un compendio della cultura sacra e profana; l’E. dell’epoca di Gesù
tratta di astronomia, delle leggi che regolano l’universo, della storia e
rinnovazione messianica del Figlio dell’uomo. I frammenti in aramaico trovati
nella IV grotta di Qumran farebbero supporre che la parte messianica della
versione etiopica (37-71) potrebbe essere un’aggiunta di un giudeo cristiano del
II secolo d.C. Della versione greca, cui si deve il testo etiopico, sono rimasti
pochi frammenti. L’E. slavo è una rielaborazione dell’etiopico; il manoscritto
più antico è del XV secolo. L’E. ebraico ci è arrivato in un manoscritto del
1511, che ne attribuisce il testo a Rabi Ismael ben Elisha (II secolo), di cui
si racconta la salita al cielo e l’incontro con E., detto il Metatron, nella
settima sfera. Il Libro di E. inizia così: «I libri dei santi segreti di E.,
l’uomo saggio, il grande scriba, che il Signore proteggeva ed amava in modo tale
che egli poté vedere le dimore dell’Altissimo, e recare una testimonianza sul
regno del sapientissimo, grande, incomprensibile ed immutabile Iddio, e sui
compiti altamente prodigiosi e gloriosi, splendenti e pieni di occhi dei
ministri del Signore, e sul trono inaccessibile del signore, e sullo
schieramento degli eserciti incorporei, sull’ineffabile connessione della
moltitudine degli elementi, e sulle varie apparizioni, e l’ineffabile cantico
dei cherubini, e sullo splendore eterno».
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