DEFINIZIONE:
|
Parte della filosofia che si occupa delle azioni e del comportamento
dell'individuo in rapporto con la società e con se stesso. L'E. ha per oggetto
la determinazione della condotta umana e la ricerca dei mezzi atti a
concretizzarla. (Morale) Nel pensiero greco il problema etico morale viene
affrontato come problema della felicità, quale piena realizzazione della natura
umana, e dell'armonia, quale equilibrio perfetto tra vita esteriore e vita
interiore. Vi dominano i motivi naturalistici e quelli estetici, quale relazione
analogica tra ideale morale ed opera d'arte. Con Aristotele l'E. è collocata
nell'ambito di una teoria autonoma, scienza dell'azione, dei fini e dei costumi.
Massima virtù resta la giustizia, esplicata nella capacità di mantenere
equilibrio e proporzione negli appetiti individuali, assicurando legalità ed
uguaglianza nell'ordine sociale. La riflessione rinascimentale basata sul
naturalismo ottimistico di Giordano Bruno, porta all'abbandono delle esigenze
trascendentali del Medioevo, per ricercare soluzioni del tipo immanentistico.
L'empirismo del Settecento conduce poi alla critica del razionalismo in termini
di morale naturale, di simpatia e di sentimento. Infine l'Illuminismo porta
all'adozione della morale utilitaristica. Y (Massoneria) La Libera Muratoria
considera E. l'insieme delle regole e dei principi morali e comportamentali
compresi nella Costituzione e nei Regolamenti dell'Ordine, e dibattuti nel corso
delle Tornate di Loggia. Ovviamente la prima regola da osservare è la frequenza
ai Lavori dell'Officina. Implicando ogni Tornata una diversa "lezione", ciascuna
assenza comporta la perdita di una parte importante nell'arricchimento della
coscienza di ciascun Massone. Ulteriore importante regola etica è l'adozione di
azioni e comportamenti in linea con l'insegnamento massonico, ovvero la
cosiddetta "coerenza". V. anche Comportamento e Galateo.
|