DEFINIZIONE:
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Termine coniato dagli storici P. Imbert de la Tour e H. Jedin per
indicare i movimenti religiosi sorti nell’ambito cristiano durante il periodo
preriformista. Questi tendevano a porre in primo piano i Vangeli, svalutando
l’organizzazione ecclesiastica e la liturgia, esasperando il paolinismo,
l’agostinismo e l’antiscolasticismo. Influenzato dall’umanesimo, in particolare
erasmiano, e percorso dal Savonarola (v.) e dal neoplatonismo (v.)
quattrocentesco, all’inizio del XVI secolo l’E. si diffuse in Italia, in Francia
ed in Spagna. I suoi maggiori rappresentanti furono il vescovo Brionnet a
Meaux, lo spagnolo Juan de Valdés a Napoli, il cardinale G. Contarini a Venezia,
P. Vermigli a Lucca, Vittorio Colonna a Roma, ed altri ancora. L’E. tentò invano
di conciliarsi con le chiese riformate, come pure inutile risultò essere il
Concilium de emendanda ecclesia (1537) organizzato da G. P Carafa (Paolo IV).
Molti evangelisti, come B. Ochino, P. Vergerio ed il Vermigli, passarono allora
al socinianesimo ed all’anabattismo (v.).
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