DEFINIZIONE:
|
Termine derivato dal greco avente il significato di «buona novella»,
indicante sia l’annunzio della redenzione e dell’avvento di Dio portato agli
uomini da Gesù, sia le relazioni sulla vita e le opere di Gesù scritte ed
ordinate da Marco, Matteo, Luca e Giovanni. I primi tre scrissero i loro Vangeli
tra il 60 ed il 70 d.C., e sono considerati di importanza storica, mentre San
Giovanni redasse il proprio (in greco) intorno all’anno 100. Quest’ultimo, non
certo privo di riferimenti storici, è l’espressione della catechesi
dell’apostolo che, accogliendo dalla speculazione filosofica greca il principio
del Logos, identifica questo con Cristo quale verbo incarnato. Matteo scrisse in
lingua aramica per coloro che abbandonavano il Giudaismo; Marco, discepolo di
Pietro, scrisse in lingua greca per i pagani convertiti; Luca, discepolo di
Paolo, scrisse pure in greco. Questi tre primi Vangeli sono detti sinottici,
perché per le loro numerose rassomiglianze, si usava scriverli su tre colonne
affiancate, in modo che con un solo sguardo (sinossi) si poteva rilevare la loro
uniformità. Lo stesso Luca asserisce che già ai suoi tempi esistevano molti
Vangeli scritti. Di questi la Chiesa accettò soltanto i quattro citati,
giudicandoli ispirati dallo Spirito Santo, definiti libri canonici, ovvero
riconosciuti. Essi furono considerati documenti che la tradizione ha trasmesso,
e che la Chiesa presenta come la sola raccolta autorizzata degli Atti e delle
parole di Gesù Cristo.
|