DEFINIZIONE:
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Società iniziatica medievale che, secondo il Valli, andrebbe
inquadrata nella strage degli Albigesi (v.), nonché allo sterminio dei Cavalieri
Templari. I suoi adepti tendevano a scardinare il potere temporale dei papi,
auspicando l’intervento dell’imperatore per la restaurazione dell’antica potenza
imperiale di Roma. Vi sarebbe appartenuto anche Dante Alighieri. L’Alessandrini
(I fedeli d’Amore, Ediz. Atanor, Roma) ne parla come di una Carboneria
medievale: "Quel che pare impossibile negare è che i F. fossero uniti fra loro
in una vasta organizzazione segreta. Troppo chiari e numerosi sono i richiami ai
F., come membri di una società iniziatica, perché si possa dubitarne. Qualcosa
di molto simile si verificò nel Risorgimento, e questa analogia potrà giovare in
qualche misura a determinare la presumibile estensione ed i sostanziali intenti
della setta". A proposito di Dante, così scrive A. Pike in Morals and Dogma:
"Molti saggi sono stati scritti sulla Divina Commedia, eppure nessuno, per
quanto ne sappiamo, ha saputo indicare la vera natura del poema. Il lavoro del
grande Ghibellino è una vera dichiarazione di guerra al papato, con un’ardita
rivelazione dei Misteri. L’epica dantesca è Giovannita e Gnostica, un’audace
applicazione, come quella dell’Apocalisse, delle figure e dei numeri della
Qabbalah ai dogmi cristiani, ed una segreta negazione di quanto è
dichiaratamente assoluto in quei dogmi. Il suo viaggio attraverso i tre regni
del mondo soprannaturale è compiuto proprio come l’iniziazione ai Misteri di
Eleusi (v.). Egli si salva dal baratro dell’Inferno, sulla cui porta era scritta
la sentenza della disperazione, invertendo la posizione dalla testa ai piedi,
ovvero accettando l’esatto contrario del dogma cattolico; quindi ritorna alla
luce, usando il demonio stesso come una mostruosa scala. L’Inferno risulta in
tal modo invalicabile solo per quanti non sappiano ritornare indietro".
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