DEFINIZIONE:
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Nome di una popolazione mediterranea di stirpe sconosciuta, derivato
dall’ebraico Pelishtim. Ritenuti originari dalle regioni a SO dell’Asia Minore,
e diffusi dapprima a Cipro ed a Creta, parteciparono alla spedizione contro
l’Egitto dei cosiddetti popoli del mare (XII secolo a.C.). Sconfitti dal faraone
ramsete II il Grande, si rifugiarono oltre il Sinai, sulle coste meridionali
della Siria, insediandosi nella regione che da loro prese il nome di Palestina.
Erano politicamente organizzati in una pentapoli, una lega di cinque città
autonome comprendente Gaza, Ascalona, Ashdod, Ekron e Gath. Per un certo tempo
esercitarono l’egemonia sulle tribù degli Ebrei, com’è ricordato nell’episodio
biblico di Sansone. Gli Ebrei li considerarono barbari e loro nemico nazionale,
ma ne furono sconfitti nella battaglia di Atek (XI secolo), nella quale persero
anche la Santa Arca dell’Alleanza, consentendo ai F. di impadronirsi
dell’altopiano efraimico. Per resistere alla pressione dei F. fu costituito il
primo regno giudaico, con Saul, che dapprima fu loro tributario, riuscendo poi
con le armi a stabilire l’egemonia ebraica su tutta la Palestina. Fu però solo
in seguito, con il regno di David (X secolo) che la potenza dei F. fu
definitivamente annientata. Completamente semitizzati, nel tempo le loro vicende
confluirono in quelle degli Ebrei, e già in età ellenistica non conservavano più
alcuna individualità nazionale. Gli scavi archeologici di Gaza, di Ascalona e
del Negev hanno rivelato che la loro civiltà era basata su una ricca produzione
di ceramica a figure rosse, analoga a quella cipriota, e probabilmente di tipo
minoico, tipica della tarda età del bronzo.
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