DEFINIZIONE:
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Parte del rituale magico per stimolare la fecondità, oppure a
carattere apotropaico (v.). Già praticata presso i Babilonesi e gli antichi
Ebrei, la F. era nota anche ai Greci ed ai Romani. A Sparta venivano flagellati
i giovanetti al cospetto della statua di Artemide Ortia (Plutarco, Licurgo 38).
A Roma le donne si fustigavano durante i Lupercali (15 febbraio), e nelle feste
della Bona Dea (1° maggio). Anche il culto di Cibele comprendeva la F. I Vangeli
(Matteo 28, 26; Marco 115, 15; Giovanni 19, 1) ricordano la F. di Gesù.
Ricordata in testi del IV secolo, la colonna della F. è tradizionalmente
additata sia nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, sia in quella di
Santa Prassede a Roma, dove sarebbe stata portata dal cardinale Giovanni Colonna
(1223). La F. venne praticata fin dall’XI secolo da taluni ordini monastici.
Nota è la F. cui si sottoponeva a scopo espiatorio San Luigi Gonzaga
(1568-1591), religioso della Compagnia di Gesù, delle quali restano tuttora
evidenti tracce sulle pareti della stanza del convento di Chieri (Torino) in cui
egli la praticava.
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