DEFINIZIONE:
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Secondo l’Art. 2 della Costituzione del G.O.I., «I Liberi Muratori
della Comunione italiana si considerano e si chiamano vicendevolmente F.,
indipendentemente da ogni differenza di origini, di credenze e di condizioni
sociali; si devono, reciprocamente, insegnamento ed assistenza entro i limiti
del giusto e dell’onesto; si riuniscono e lavorano nelle Logge (v.), e
contraggono i propri impegni massonici sul proprio onore e sulla propria
coscienza». Secondo Armando Corona, ex Gran Maestro del G.O.I., «La Fratellanza
è uno dei pilastri su cui si fonda la Massoneria. Dobbiamo lavorare intensamente
e profondamente nel Tempio per ripristinare la Fratellanza nel Lavoro muratorio.
Senza tale lavoro di rimeditazione e di vigilanza, si rischia di farla decadere
a commensalismo e dimestichezza, mentre essa è principio pregnante di una ben
diversa realtà. Sant’Agostino racconta che i torrenti impetuosi, che si formano
a seguito delle piogge torrenziali nordafricane, travolgono i cerbiatti smarriti
di fronte a tanta furia. Narra ancora, e con commozione, d’aver osservato che i
cervi adulti, a rischio della propria vita, incrociano le proprie corna nodose
e ramificate con quelle lisce e lineari dei cerbiatti, per traghettarli e
salvarli da sicura morte. In questo racconto vi è l’immagine più reale, più
fresca e più poetica della Fratellanza massonica» (Hiram, Rivista periodica del
G.O.I., aprile 1983).
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