DEFINIZIONE:
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Nome del primo libro del Pentateuco (v.); dalle sue parole iniziali il
titolo ebraico è bere’shit, in principio. Nella prima parte (1-11) il racconto
della creazione è seguito dalla storia dell’umanità, restringendosi poi a quella
del gruppo semitico e, infine, a quella della tribù dei Terahiti, a cui
apparteneva Abramo, considerato il fondatore del monoteismo. La seconda parte
(12-50) è la storia leggendaria dei patriarchi, progenitori della tribù
d’Israele, del loro primo patto con Dio per il possesso della terra di Canaan, e
del loro trasferimento in Egitto. La tradizione attribuisce alla G., insieme
agli altri libri del Pentateuco, a Mosé. La scuola di Wellhausen (XIX secolo) lo
fa derivare dalle tre fonti E.J.P. (c. Bibbia), e colloca la sua redazione verso
il V secolo a.C. Studi più recenti (Cassuto) lo attribuiscono all’epoca davidica
(X secolo a.C.); farebbe parte della storia del re David, alla quale si volle
presumere un prologo cosmico (1-11) ed un inizio sacro, riportando ad epoca
leggendaria l’elezione divina del popolo d’Israele. Vi si trovano tracce di
antiche tradizioni di origine specialmente mesopotanica: creazione (Enuma elis),
diluvio (epopea di Gilgames), torre di Babele (ziqqurat); la storia dei
patriarchi è inquadrata in quella dell’oriente del II millennio. Il libro è
scritto in prosa narrativa semplice, ma colorita ed efficace, con pagine di alta
drammaticità e di raffinata psicologia.
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