DEFINIZIONE:
|
È il nominativo collegato ad uno storico episodio che ha riguardato i
Cavalieri dell’Ordine del Tempio (v.Ordine di Sion, e Olmo di G.). Tale nome è
anche collegato ad un castello esistente nella valle dell’Epte, un tipico
edificio templare a pianta rotonda, di cui sono rimasti in piedi i muri
perimetrali e la torre. Già nel 1857 l’archeologo Gèdèon Dubruil asseriva che da
esso si diramavano vasti sotterranei. Ma solo dopo la Seconda Guerra Mondiale,
dopo che un bombardamento nelle vicinanze ebbe scoperchiato parte di un cimitero
sotterraneo merovingio, le sue affermazioni trovarono ufficialmente qualche
credito. Nel 1962 ritornò famoso grazie all’esoterista e storico Gérard De Sède,
con il suo volume Les Templiers sont parmi nous (I Templari sono tra noi),
divenuto rapidamente un best-seller e l’oggetto di una controversia che non si è
ancora spenta. Il tesoro dell’Ordine del Tempio si troverebbe proprio nel
castello di Gisors, e sarebbe facilmente recuperabile. Tuttavia, a seguito di un
misterioso complotto, le autorità avrebbero vietato di svolgervi scavi o
ricerche di qualunque genere. Il tesoro dei Templari è rimasto un mistero
insoluto da quando, nel 1314, l’ordine venne definitivamente distrutto da
Filippo il Bello. Secondo la storia, parrebbe che i beni dei Cavalieri Templari,
consistente nel contenuto di una trentina di cofani metallici, fossero stati
tutti distribuiti tra altri Ordini cavallereschi e la nobiltà francese, ma sono
in molti a sostenere che il grosso dei loro tesori si salvò, e giace tuttora
nascosto da qualche parte. A Dubruil credeva ciecamente un certo Roger Lhomoy,
appassionato cercatore di tesori e giardiniere a Gisors fin dal 1929.
Nascostamente, fin dai primi tempi della sua presenza al castello, aveva
iniziato la sua ricerca personale, che non aveva interrotto nemmeno quando
l’edificio venne occupato dai tedeschi nel 1944. Nel 1946 Lhomoy si presentò al
consiglio municipale di Gisors affermando di aver scoperto sotto il dongione
della torre una cappella sotterranea "lunga trenta metri, larga nove, alta circa
quattro metri e cinquanta". Lungo le sue mura, sostenute da corvi di pietra, si
trovavano "la statua di Cristo e dei dodici apostoli"; a terra c’erano
"diciannove sarcofagi di pietra lunghi due metri e larghi sessanta centimetri";
inoltre nella cripta erano custoditi "trenta cofani di metallo". Una descrizione
simile avrebbe suscitato l’interessamento di chiunque, ma dopo aver dato
un’occhiata distratta all’imboccatura della stretta galleria attraverso cui
Lhomoy era disceso nel sotterraneo, gli uomini del consiglio municipale se ne
andarono senza neppure aver provato a penetrarvi. Pur se trattato come un
mitomane, l’ostinato giardiniere non si diede per vinto. Nel 1952 riuscì di
nuovo a convincere l’amministrazione a permettergli di proseguire gli scavi.
L’autorizzazione fu concessa, ma solo dietro il versamento di una cauzione
talmente alta che Lhomoy fu costretto a rinunciare. Grazie ai buoni uffici di
Gèrard De Séde, il giardiniere riuscì a esporre il suo caso in televisione, ma
nuovamente i responsabili di Gisors rifiutarono ogni autorizzazione. Nel 1962,
per ordine del Ministro della Cultura André Malraux, apposero addirittura i
sigilli al dongione dove gli scavi avrebbero dovuto aver luogo. Nel 1964, dopo
l’uscita di Les Templiers sont parmi nous, Lhomoy ritentò il colpo; alcuni
giornalisti discesero lungo il passaggio e lo trovarono chiuso. Lhomoy spiegò
che, dopo tutti quegli anni, era necessario ripristinarlo, ma la sua richiesta
non fu accolta. Lo scavo fu ricoperto, la cripta dimenticata ed il caso
definitivamente chiuso. Per Jean Markale, autore di Gisors et l’Enigme des
Templiers, si trattava di un povero mentecatto affetto da manie, e le autorità
locali avevano agito correttamente impedendo scavi che avrebbero inutilmente
rischiato di compromettere la struttura e la stabilità stessa del castello. Per
Gèrard De Séde invece, il giardiniere era vittima di una cospirazione, il cui
obiettivo era quello di tenere nascosto agli occhi del mondo un oggetto
preziosissimo e sacro: nella cripta di Gisors si sarebbe infatti trovato anche
il misterioso Sacro Graal (v.).
|