DEFINIZIONE:
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Nomi assunti dalle due fazioni politiche in lotta nei
comuni italiani nel XIII e XIV secolo. Tali denominazioni derivavano dai nomi di
due famiglie tedesche, ovvero rispettivamente quella dei Guelfi (Welfen) e
quella dei Hohenstaufen, signori di Waiblingen. I due partiti si diffusero in
Italia verso l’inizio del XIII secolo, e particolarmente al tempo della lotta
per la corona imperiale fra Federico II di Svevia, appartenente alla casa
Hohenstaufen, ed Ottone IV di Brunswick, della casa guelfa. Sconfitto
quest’ultimo a Bouvines (1214), i Ghibellini furono da allora in poi i
sostenitori della causa imperiale. I Guelfi divennero invece i sostenitori del
papato, essendo la Chiesa la più grande potenza che si opponesse all’impero. La
lotta divampò rapidamente, penetrando all’interno delle mura di ogni comune: in
genere la causa delle città libere, intente a difendere i propri privilegi di
fronte all’imperatore, coincideva con la causa guelfa. Tuttavia altri interessi,
più o meno contingenti, intervenivano spesso a far pendere la bilancia dalla
parte opposta: una città tradizionalmente rivale di un’altra, adottava quasi per
necessità il partito opposto a quella. Anche nell’interno di uno stesso comune,
le famiglie più importanti che rivaleggiavano tra loro, assumevano la guida
delle due parti avverse. La politica del comune, guelfa o ghibellina che fosse,
dipendeva allora dal prevalere al suo interno dell’una o dell’altra fazione.
Benché i nomi di Guelfi e Ghibellini rimanessero ancor a lungo a definire la
lotta politica in Italia, la nozione di guelfismo o ghibellinismo può dirsi
esaurita verso la metà del XIV secolo, con l’intervento più o meno coevo di due
importanti fenomeni: da una parte la trasformazione quasi generale del comune in
signoria, dall’altra la decadenza delle due istituzioni che erano a capo della
lotta, l’impero ed il papato, che lasciano ormai il campo alle nascenti
monarchie nazionali.
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