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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «00997»

TERMINE: HUSSERL EDMUND
DEFINIZIONE:

Filosofo tedesco (1859-1938), è il massimo rappresentante della fenomenologia, una delle più significative correnti di pensiero contemporanee, che tenta un superamento tanto del positivismo quanto dell’idealismo, sulla base dell’analisi rigorosa delle operazioni soggettive e della loro tipicità. I primi interessi di H. sono diretti all’astronomia ed alla matematica, che studia a Lipsia, e successivamente a Berlino con Weierstrass: a Berlino inizia ad occuparsi del concetto di infinito già approfondito, tra gli altri, da Georg Cantor e Bernhard Bolzano. Nel 1884 si reca a Vienna ad ascoltare le lezioni di Franz Brentano, che avranno grande importanza sul suo pensiero successivo: Brentano era l’esponente della corrente psicologista, ed aveva formulato la teoria del carattere intenzionale della coscienza. Dopo avere ottenuto l’abilitazione nel 1887, pubblica nel 1891 il primo libro, la Philosophie der Arithmetik (Filosofia dell’aritmetica), che si inserisce nel dibattito tra psicologisti e logicisti, prendendo le difese dei primi. Il libro suscitò la reazione di Gottlob Frege, che ne attaccò il soggettivismo: H. rimase influenzato da tale critica, e rielaborò le sue idee nel primo volume delle Logische Untersuchungen (Ricerche logiche), intitolato "Prolegomeni per una logica pura", pubblicato nel 1900 ad Halle, dove intanto si era trasferito. Il secondo volume uscì l’anno successivo, e prende in esame già tutti i problemi della futura fenomenologia (i temi della coscienza, dell’intenzionalità, del significato, ecc.), staccandosi nel contempo anche dalle prospettive della logica pura. Il periodo dal 1901 al 1913, anno di pubblicazione delle Ideen zu ainer reinen Phnomenologie und phenomenologischen Philosophie (Idee per una fenomenologia pura ed una filosofia fenomenogica), è decisivo per la maturazione del pensiero husserliano: in questi anni egli insegna a Gottinga, e tiene una serie di corsi non pubblicati sul problema del tempo, della cosa materiale e dello spazio, in cui si delinea il concetto di fenomenologia come ritorno alle cose stesse, e descrizione dei fenomeni così come si danno al soggetto che li esperisce. Nel 1911 esce l’importante saggio Philosophie als strenge Wissenschaft (la filosofia come scienza rigorosa), in cui H. sostiene l’idea di scienza rigorosa contro lo storicismo di Dilthey e le filosofie della "Weltanschauuung". Nelle Ideen è esposto nelle sue linee fondamentali il metodo fenomenologico, che comprende un momento critico (epochè) di riduzione o messa tra parentesi della realtà così come appare naturalisticamente, ed un momento costitutivo in cui viene descritto il fenomeno, e ne viene colta la tipicità od essenza (eidos). Entrambi i momenti hanno come polo la coscienza soggettiva che, secondo H., può liberarsi dei pregiudizi e tematizzare le proprie operazioni trascendentali, quelle grazie alle quali viene dato un senso intenzionale agli oggetti stessi della coscienza. H. intendeva distaccarsi sia da una scienza di dati di fatto che da una scienza di idee platoniche, riferendosi piuttosto al concetto kantiano di trascendentale: ma, a partire dalla pubblicazione delle Ideen fino ad oggi, la sua posizione è stata interpretata in senso idealistico, assumendo cioè le essenze come oggetti ideali. Questa interpretazione è già dominante negli anni di Friburgo (a partire dal 16) che, se da un lato sono il periodo in cui H. costituisce accanto a sé una vera e propria scuola, dall’altro preparano la scissione degli allievi di maggior nome, quali Max Scheler, Nicolai Hartmann, e soprattutto Martin Heidegger (1928). Di fronte all’esistenzialismo sviluppato da quest’ultimo, la fenomenologia segna un certo declino; comunque H. continua a svolgere le proprie riflessioni, producendo nel 1929 Formale und transzendentale Logik (logica formale e trascendentale), tenendo nel febbraio dello stesso anno due importanti conferenze a Parigi (Méditations cartésiennes) e ponendosi infine alla stesura dell’ultima e decisiva opera, Die Krisis der europischen Wissenschaften und die transzendentale Phnomenologie (La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale), scritta tra il 1936 ed il 1937, ovvero poco prima di morire, e pubblicata postuma nel 1954. Nella Krisis H. riprende i temi di Ideen, apportandovi il nuovo concetto di "mondo della vita", e soprattutto disponendoli entro uno spazio storico-genetico che corrisponde allo sviluppo filosofico e scientifico dell’Occidente: secondo H., l’idea di filosofia ed insieme di scienza rigorosa, nata in Grecia, subisce una crisi profonda nel mondo moderno e contemporaneo attraverso la duplice deformazione dell’oggettivismo e del soggettivismo, di modo che il richiamo alle operazioni costitutive ed al piano del mondo della vita può permettere un disoccultamento di tale crisi ed una nuova armonia tra teoria e prassi. H. svolge questo tema in pieno periodo nazista, ed in un clima che andava facendosi sempre più persecutorio, anche nei suoi confronti: alla sua morte, il padre belga Leo Van Breda riuscì a salvare dalla distruzione nazista l’ingentissimo patrimonio degli inediti (tra cui la stessa Krisis), che rappresentano, in oltre 40.000 pagine, la maggior parte e forse anche più interessante del suo pensiero. Van Breda ha successivamente fondato a Lovanio gli Husserl Archives, ed ha iniziato, a partire dal 1950, la pubblicazione di tutta l’opera di H., di cui finora sono usciti sedici volumi (meno della metà). Tra il materiale inedito, oltre a Erfahrung und Urteil (Esperienza e giudizio, uscito a Praga nel 1939), vi sono le lezioni del 1923-24 (Erste Philosophie, Filosofia prima, due volumi, 1956-59), quelle del 1925 (Phnomenologische Psycologie, Psicologia fenomenologica, 1962), il completamento delle Ideen, e le già ricordate lezioni sul tempo, contributo fenomenologico alla concezione interiore del tempo e sulla cosa (Ding un Raum, Oggetto e spazio, Prolusioni del 1907, 1973).

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