DEFINIZIONE:
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Termine derivato dal greco bizantino eiconoclastthz, rompere
l’immagine, impiegato per definire l’eresia cristiana nata durante il periodo
del cesaropapismo bizantino (VIII-IX secolo), la quale , pur ammettendo il culto
di Cristo, della Vergine e dei Santi, vietava qualsiasi raffigurazione di
questi, nonché qualsiasi forma di culto alle loro immagini od icone. Proclamata
ufficialmente (728) dall’imperatore Leone III l’Isaurico (717-41), l’I. suscitò
polemiche di carattere religioso e dottrinale fra le opposte fazioni degli
iconoclasti e degli iconoduli, oltre a gravi rivolte popolari. Gregorio III
lanciò la scomunica contro l’I. durante il Concilio di Roma del 731, ma l’eresia
permase anche sotto il figlio di Leone III, Costantino V Copronimo, che anzi la
riconfermò con un editto (741) e con un concilio riunito nel palazzo di Hieria
sul Bosforo ((754), comminando pene severe contro gli iconoduli. Nel 780, alla
morte dell’imperatore Leone IV, gli iconoclasti avevano ancora il sopravvento.
Tuttavia l’imperatrice vedova Irene, in un concilio di Nicea (787), ristabilì
l’ortodossia iconodulica. Con Leone V l’Armeno (813-20) la parte degli
iconoclasti riprese il sopravvento, che conservò fino alla morte dell’imperatore
Teofilo (842), ed all’avvento di Teodora, reggente per il minorenne Michele III,
la quale in un concilio di Costantinopoli (843) ristabilì l’ortodossia. Altri
concili (869 e 879) ribadirono la dottrina iconodulica; tuttavia le contese
occasionate dalla questione iconoclastica approfondirono la divisione fra
Occidente ed Oriente.
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