DEFINIZIONE:
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L’Alchimia parla spesso di Serpente, Aquila, Mercurio
filosofico e fasi della Trasmutazione (Nigredo, Albedo, Rubedo), per cui nasce
spontanea la domanda sull’utilità pratica di queste cose. Gli antichi filosofi
hanno lasciato tracce eloquenti sull’argomento. Alcuni esempi possono essere
rilevati dalla Turba Philosophorum: "Sappiate, voi investigatori dell’Arte, che
il suo fondamento è una cosa sola" (Sizio); "Sappiate, figli della Dottrina, che
la Pietra nostra è fatta di due cose" (Turba); "L’Opera nostra fin dal principio
si ha da lavorare con due Nature, che sono di una medesima sostanza: l’una è
preziosa e l’altra è vile" (Pitagora). Le citazioni riportate sembrano indicare
che si tratta di una sola materia, distinta in due parti, di cui una più
preziosa ed una più vile. Questa materia misteriosa viene rappresentata come un
Serpente ed un’Aquila, che ne rispecchiano i due diversi aspetti. Jung ha
intuìto che la materia di cui parlano gli ermetisti non è che l’I., ovvero
quella parte del nostro spirito che non è direttamente accessibile alla
coscienza. Il Serpente e l’Aquila simboleggiano due tipi di I., definibili I.
lunare ed I.. solare. · L’I. lunare (Serpente) è associato a simboli legati alle
acque profonde, ai laghi ed alla stessa Luna. Si tratta di un I. paragonabile al
mare, in cui finisce ogni esperienza e sensazione umana. In esso è memorizzato
ogni dettaglio dell’esistenza vissuta, tutti i ricordi, anche quelli che non si
riesce più a richiamare alla coscienza, ma che possono riaffiorare in
particolari condizioni, come al risveglio da una sensazione. Poiché la maggior
parte dell’esistenza implica sofferenza, il contenuto di questo I. è
prevalentemente formato da ricordi dolorosi di varia entità, e solo da alcuni
ricordi piacevoli. Competono inoltre all’I. lunare i cosiddetti istinti, che
sono l’eredità della specie, la componente animale di ciascun essere umano, che
necessita di cibo, di riprodursi, di reagire o di fuggire davanti al pericolo,
ecc. · L’I. solare (Aquila) è la parte più preziosa, ma anche la sacca più
piccola. Questo I. contiene sintetici schemi comportamentali, che vengono
automaticamente attivati in ogni situazione. Sono schemi che organizzano quasi
del tutto il comportamento quotidiano, mentre solo una esigua parte dei pensieri
e delle azioni è affidato alla volontà individuale. Quindi la maggior parte del
pensare e dell’agire non è consapevole ma automatica. Si tratta di schemi
formatisi in età prescolare, quando l’esperienza infantile si avvia verso
l’associazione con la ragione (il bambino agisce per imitazione e per ricordo),
e la loro formazione e modifica prosegue nel corso dell’intera esistenza.
Prevalgono gli schemi difensivi, in quanto la vita è dedicata ad evitare il
dolore, sia fisico che spirituale, mentre in parte sono presenti chiavi
comportamentali atti ad uscire vittoriosi. Tali schemi vengono attivati dalla
ragione, dalle situazioni e dall’I. lunare. Gli schemi possono appartenere ad
individui perdenti oppure vincenti, come evidenziato dal fatto che taluni
individui tendano a commettere ripetutamente lo stesso errore, e corrispondono
sempre alle finalità perseguite. Ad esempio, qualora nell’I. lunare vi siano
elementi che spingono alla solitudine, come ricordi, esperienze e parametri
riferiti a legami opprimenti che hanno portato alla sofferenza, allora
l’individuo adotterà schemi che portano all’isolamento, perché inconsciamente
intende evitare la sofferenza collegata ad un legame sentimentale troppo
vincolante. Se quell’individuo dovesse incontrare l’anima gemella, difficilmente
saprà cogliere l’occasione per realizzare la propria felicità, poiché il
comportamento adottato, appena il legame tende a stringersi, sarà tale da
provocare la separazione ed il ritorno ad una vita di solitudine. Vi sono
perdenti cronici, il cui fine inconscio è la sconfitta, per evitare le
responsabilità legate all’eventuale vittoria. Occorre precisare che negli schemi
vi è solo l’esperienza personale e quella derivata da eventuali idoli., ovvero
da persone idealizzate ed adottate come modello, od anche esperienze viste nelle
persone a cui si è legati. Non v’è comunque alcunché di universale o di innato,
per cui gli schemi possono essere errati e perdenti. Nessun schema deriva da
esperienze ancestrali, cioè da vite precedenti, mentre il karma può sicuramente
influenzare la capacità di mutarli. In sintesi si può affermare che l’I. solare
possa attingere da quello lunare, secondo una razionalità non gestibile
liberamente. Quindi si tratta di una facoltà decisamente elevata, solare e
normalmente incontrollabile. Essa organizza le esperienze, proprie e dei propri
idoli, ha grandi capacità di sintesi, ma si basa unicamente sui contenuti
dell’I. lunare, portando come s’è visto a comportamenti perdenti o vincenti.
Sono sempre schemi molto sintetici ma anche precisi, ben definiti, che tengono
in considerazione sia le limitazioni individuali fisiche e psichiche, sia degli
aggiornamenti acquisiti nel tempo per invecchiamento od a seguito di traumi
psicofisici, che fanno variare le singole capacità. Quindi contengono le
limitazioni fisiche, intellettive, di resistenza e di capacità di
concentrazione, e sono formati da successioni di azioni psicologiche, materiali
e vegetative, che possono anche protrarsi a lungo nel tempo. Non si esauriscono
mai in tempi brevi, specie se sono stati costituiti per perseguire un fine, per
cui esercitano la loro influenza fino al termine dell’esperienza, risultando
variati dalla successione di vari sottoschemi non necessariamente fissi. Oltre
che per mutate condizioni psicofisiche, gli schemi si possono modificare anche
quando la volontà fa sperimentare nuove strade. Se l’esperienza è stata
complessivamente positiva od almeno neutra, si modifica lo schema precedente,
mentre se l’esperienza è stata negativa il vecchio schema resta immutato,
rafforzandosi. Y (Interazioni) L’I. lunare contiene la memorizzazione delle
esperienze vissute e gli istinti della specie. Tale I. invia continuamente
messaggi all’I. solare, attivando i corrispondenti schemi comportamentali.
L’analisi di una giornata tipo, dal risveglio al sonno notturno, rivela come in
ogni circostanza siano stati adottati automatismi comportamentali prescelti, o
preferiti, in quanto meno dolorosi, o più piacevoli. All’impatto con una
situazione nuova l’I. solare scorre rapidamente tutti gli schemi immagazzinati
per trovare quelli più simili da applicare, mentre al contempo l’I. lunare
ricerca un’esperienza analoga che possa aver implicato sofferenza. Se lo
rintraccia, invia immediatamente una serie di impulsi all’I. solare, affinché
adotti un certo schema difensivo che protegga dal dolore. Nascono così le fobìe,
le nevrosi e le ossessioni, scatenate anche da un particolare apparentemente
insignificante, ma che comunque risultano potenzialmente dolorose per l’I.
lunare, che può innescare eccessivi schemi di difesa attraverso l’I. solare. Si
tratta di schemi di difesa spesso anomali ed inutili, che condizionano
l’esistenza dell’individuo e di quanti sono in contatto con lui. In conclusione,
sono state definite le materie dell’Opera, ovvero l’I. lunare e quello solare.
Basilio Valentino (v.), nel suo Rosarium Philosophorum (1550), sosteneva che
"Ratio est quia ars primas dispositiones inducere non potest", ovvero che l’arte
non può creare le disposizioni primarie, cioè che la materia della nostra opera
è fornita dalla natura, e sta solo a noi perfezionarla. Facendo questo però,
continua il grande filosofo alchimista, scopriremo nel nostro Mercurio una
grande perfezione, e ciò sarà fonte di una grande gioia, prossima alla vera
felicità. Alchemicamente è lo stadio di Nigredo, della formazione della Sostanza
mescolata, quello che collega, che unisce e mette in comunicazione diretta l’I.
lunare con quello solare.
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