DEFINIZIONE:
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Traduzione dell’ebraico Se’ol termine veterotestamentario che definisce
il luogo sotterraneo di dimora dei morti (Isaia 14, 9-19), senza distinzione tra
giusti e malvagi, ricchi e poveri, padroni e schiavi (Giobbe 3, 13-19; Ezechiele
32, 18-32), sul quale Dio estende la propria sovranità (Deuteronomio 32, 22).
Tuttavia il significato di Se’ol rimane oscuro, e non trova riscontro in altre
lingue semitiche, sebbene l’idea dell’I. fosse comune in tutto il Medio Oriente
(Egitto e Mesopotania: Libro dei Morti, Epopea di Gilgames), per cui vedi
escatologia. Nella letteratura post-biblica e rabbinica la parola Se’ol è
sostituita da Gehenna (v.), ed il concetto è cambiato, forse per influenza
greco-persiana. In Isaia 66. 24, Gehenna è il luogo dove gli apostati (v.)
sarebbero tormentati eternamente dal fuoco; più tardi è considerato il luogo di
punizione di tutti i peccatori (Talmud, Midras9. Circa la durata della dimora
dei malvagi nella Gehenna, le scuole rabbiniche differiscono: si parla di una
semplice discesa di purificazione o di una permanenza di dodici mesi; solo per
alcune categorie di peccatori la dimora sarebbe eterna. Nella dottrina
cristiana, basata sui testi neotestamentari (Matteo 5, 27 ss.; 13, 41 ss.; 18, 8
ss.; 25, 30 e 41 ss; Marco 7, 6 ss.; 9, 43 ss.; Luca 6, 41 ss.; 11, 39 ss.; 12,
1, 13, 15 ss.; 16, 15 ss), l’I. è eterno ed irrevocabile (dogma sancito, dopo i
concili Costantinopolitano II, 553, Costantinopolitano II, 680, e Niceno, 787,
in maniera definitiva nei concili Lateranense IV, 1215, Lionese, 1274, e
Fiorentino, 1439, in contrasto con le tesi degli Gnostici che ritenevano l’I. e
le sue pene eterne in contrasto con l’infinita misericordia divina). Nell’I. la
pena è duplice: la poena damni, ovvero il danno consistente nella privazione
della visione beatifica di dio, e la poena sensus, cioè la pena positiva del
senso consistente nel fuoco eterno in compagnia di angeli ribelli a Dio (demoni
e diavoli). Nel mondo protestante diverse tendenze hanno limitato od addirittura
eliminato l’I.: l’universalismo sostiene la salvezza finale di tutti gli uomini,
mentre invece per il condizionalismo esiste la morte puramente biologica per i
soli peccatori morti in peccato mortale, quindi privi della grazia divina.
Infine le moderne dottrine esoteriche sostengono che l’I. non sia che il modo
fisico, la dimensione in cui vivono ed operano tutti gli esseri viventi, dotati
di anima e spirito (v. uomo), incarnati per ragioni evolutive. Per tutti questi,
alla cosiddetta morte subentra un semplice cambiamento di dimensione: si passa
cioè al mondo astrale prima, ed a quello etereo poi, senza alcun intervento o
giudizio divino, quindi senza condanna a pene tantomeno eterne (v. morte).
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