DEFINIZIONE:
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Profeta ebreo vissuto nel regno di Giuda al tempo dei re Jotam, Acaz ed
Ezechia (seconda metà dell’VIII secolo a.C.),. Di nobile famiglia, ebbe accesso
a corte e collaborò con il re Ezechia nella riforma del culto. In politica
condannò le alleanze con i re stranieri. Iniziò la sua predicazione profetica
alla morte del profeta Osa (circa nel 725 a.C.), e scomparve dopo il 700 a.C.
Secondo una leggenda fu ucciso tra i tormenti dal re Manasse intorno al 696 a.C.
Il Libro di I. è il primo dei Profeti posteriori; comprende 66 capitoli, ed è
generalmente attribuito a due diversi autori: Ad I. stesso i primi 35 capitoli,
che includono avvenimenti dal 740 al 700 a.C.; ad uno sconosciuto profeta, detto
secondo I., i capitoli 40-66, le cui profezie descrivono avvenimenti e speranze
dell’esilio di Babilonia e del ritorno (VI-V secolo a.C.). Nei capitoli 1-35 si
distinguono cinque raccolte di oracoli: 1-12 su Giuda, 13-23 sulle nazioni,
24-27 sulla fine delle nazioni, 23-33 ancora su Giuda, 34-35 nuovamente sulla
fine delle nazioni. In questi oracoli il profeta denuncia le deviazioni morali,
le pratiche idolatriche, le sopraffazioni sociali, il lusso sfrenato, le
alleanze politiche determinate dalla mancanza di fede in Dio. Ma, in una
eccezionale visione messianica, promette ai fedeli il futuro regno di Dio. I
capitoli 36-39 costituiscono un’appendice storica, simile a II Re 18, 13-20, 19.
I capitoli 40-66 (secondo I.) possono essere suddivisi in due parti: 40-55
profezie di consolazione durante l’esilio; 54-66 profezie del ritorno e del
ristabilimento. Il Libro di I. è quindi una raccolta di oracoli di vari profeti
o scuole profetiche, specialmente nella seconda parte; ma conserva un carattere
di unità per il tema dominante: la speranza messianica, il riscatto dei poveri e
degli umili, e la conversione dei popoli sul monte Sion (cap. 11). La scoperta
tra i manoscritti del Mar Morto (v.) di un testo completo di I. dimostra che il
libro aveva raggiunto la sua forma definitiva già nel III secolo a.C. La
tradizione riferisce al Cristo il cap. 7 sulla nascita dell’Immanuel (Matteo 1,
23) ed i canti del Servo del Signore (Lettera ai Romani 15, 21). L’Ascensione di
I. è un apocrifo, forse attribuibile al II secolo, conosciuto nelle versioni
etiopica (completa), greca, latina e slava (frammentarie).
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