DEFINIZIONE:
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Termine derivato dal greco cenoz, vuoto, che ella teologia cristiana
indica lo svuotamento dei propri attributi divini effettuato dal Cristo al
momento dell’incarnazione (v.). Il passo neotestamentario che sta alla base
della K., rappresentato dalla Lettera di Paolo ai Filippesi 2, 5-11 ("Abbiate in
voi stessi gli stessi sentimenti che furono in Gesù Cristo, il quale, pur
essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con
Dio, ma spogliò sé stesso, assumendo la condizione di servo, e divenendo simile
agli uomini; apparso in forma umana, umiliò sé stesso facendosi obbediente fino
alla morte, ed alla morte di croce"), durante i secoli XVI e XVII è stato
oggetto di diatribe teologiche tra kenotici, i sostenitori della K., e critici.
La polemica venne poi ripresa nel XIX secolo da teologi quali Thomasius,
Hofmann, Frank ed altri ancora.
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