DEFINIZIONE:
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Scrittore inglese (1865-1936). Figlio del sovrintendente al
museo di Lahore, nel Punjab (India), dopo l’infanzia e l’adolescenza trascorse
in Inghilterra, visse dieci anni in India come giornalista (1882-1892). Esordì
con avvincenti schizzi impressionistici di vita indiana, stilisticamente concisi
fino a rischiare di apparire oscuri. Le opere successive, di maggior respiro,
non raggiungono la stessa intensità narrativa, ma dispiegano vivissime qualità
di immaginazione ed un esuberante senso del pittoresco (Il libro della giungla,
1894; Il secondo libro della giungla, 1895; Kim, 1901). La vastissima produzione
di K. comprende anche tre volumi di liriche (Ballate di caserma, 1892; I sette
mari, 1896; Le cinque nazioni, 1903), che esaltano la missione del popolo
inglese, secondo la visione imperialistica dello scrittore, apportatore di
civiltà alle razze "inferiori". Nel 1907 K. fu insignito del premio Nobel per la
letteratura. Era stato iniziato alla Massoneria nel 1886, presso la Loggia Hope
and Perseverance di Lahore, con dispensa speciale non avendo ancora compiuto i
ventuno anni d’età, e venne immediatamente elevato al Grado di Maestro, e
nominato Segretario di Loggia. L’anno successivo K. ricevette il grado del Mark
Master e, nel 1888, quello di Royal Ark Mariner. Al ritorno in Inghilterra fu
tra i membri fondatori delle Logge Builders of the Silent Cities n. 4948, ed
Authors n. 3456. La storica Loggia Canongate Kilwinning n. 2 di Edinburgo lo
nominò "poeta-letterato". Molta della produzione di K. è orientata in senso
massonico. Oltre che in poesie note, come Mother Lodge (v. Loggia Madre),
composta durante una permanenza nel Vermont (U.S.A.), e The Widow at Windsor (La
vedova di Windsor), K scrisse anche vari racconti, quali The Man who wound be
King (L’uomo che volle essere re) e In the interest of the Brethren
(Nell’interesse dei Fratelli). Ma troviamo motivi massonici disseminati
nell’intera sua produzione, come per esempio in Kim. Robin Carr, scrittore e
critico letterario massone, scrisse che "Il fratello K., nel suo racconto
"L’uomo che volle essere re", narra la storia di due avventurieri, ambientata
nell’India coloniale. I due, soldati inglesi, raggiungono l’impervio Kafiristan
per fondarvi un regno, modellato sul governo di una Loggia, per sfruttare
l’autorità sacrale delle usanze massoniche e così tenere meglio in pugno le
popolazioni indigene. I due però scopriranno che l’Arte Reale ed i suoi simboli
sono già noti lì, e dopo burrascose vicende uno dei due, il "capo", verrà
decapitato, mentre l’altro riuscirà a fuggire portando con sé il cranio del
compare e la propria folla. Il racconto è visibilmente didascalico. Esso
dissuade dall’uso della Massoneria come potere in quanto incompatibili tra loro,
e ricorda che essa è universale, per cui i Fratelli devono sempre incontrarsi
sulla "Livella".
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