DEFINIZIONE:
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Termine con il quale viene convenzionalmente definito l’insieme delle
dottrine politiche che sostengono il principio della separazione totale della
Chiesa dallo Stato laico, come conseguenza dell’indifferenza ideologica dello
Stato stesso. Il L. quindi è una componente fondamentale del liberalismo, e le
sue origini si identificano con quelle del pensiero liberale, nel periodo delle
grandi lotte religiose del XVIII secolo. Risulta non appropriato il richiamo a
suggestivi ma ingannevoli precedenti, come il separatismo teorizzato da Dante
nel suo De Monarchia. Il principio della separazione fra Stato e Chiesa,
derivato da quello della libertà di coscienza, in effetti venne sancito dalla
Rivoluzione francese, e soltanto dopo il fallimento della costituzione civile
del clero del 1791, anche se principi analoghi erano già stati inseriti nella
Costituzione degli Stati Uniti d’America. Travolte dalla restaurazione, gli
ideali laicisti lentamente ricomparvero nella legislazione ecclesiastica degli
stati europei, dopo le rivoluzioni del 1831 e del 1848. Trovarono un solido
fondamento teoretico nella filosofia del positivismo (v.), e furono
compiutamente adottate dalla costituzione della terza repubblica francese (1870)
e. in Italia, dalla legge delle guarentigie (1871), votata dopo la presa di Roma
e la fine del potere temporale del papato. Dopo l’unità d’Italia il L. fu
patrimonio del pensiero liberale, e fu sempre duramente combattuto dalla Chiesa,
come evidenziato dalle encicliche Quanta cura di Pio IX e Quas primas di Pio XI.
Infine il Concilio Vaticano II, nella costituzione Gaudium et Spes, ha finito
con il formulare taluni principi in tema di rapporti con lo stato che, senza
identificarsi con quelli laicisti, vi sono tuttavia decisamente vicini.
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