DEFINIZIONE:
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Famosa poesia (titolo originale Mother Lodge) di Rudyard Kipling
(v.), inneggiante alla Loggia Hope and Perseverance di Lahore (India) in cui fu
iniziato nel 1886: "C’erano Rundle, il capo stazione, /e Beazeley, delle
Ferrovie, /e Ackman dell’Intendenza, /e Donkin delle Prigioni, /e Blake il
sergente istruttore, /per due volte fu il nostro Venerabile/con quello che aveva
il negozio ‘Europa’, /il vecchio Framjee Eduljee. / Fuori – ‘Sergente, Signore,
Saluto, Salaam’. /Dentro, ‘Fratello’, e non c’era nulla di male. /Ci
incontravamo sulla Livella e ci separavamo sulla Squadra, /ed io ero Secondo
Diacono nella mia Loggia Madre laggiù. / Avevamo Bola Nath il contabile /e Saul,
l’israelita di Aden, /e Din Mohammed disegnatore al Catasto, /c’erano Babu
Chuckerbutty, /e Amir Singh, il Sick, /e Castro delle officine di riparazione,
/il Cattolico Romano. / Non avevamo belle insegne, /e il nostro Tempio era
vecchio e spoglio, /ma conoscevamo gli antichi Landmarks, /e li osservavamo per
filo e per segno. /E guardando tutto ciò all’indietro, /mi colpisce questo
fatto, /che non esiste qualcosa come un infedele, /eccetto, forse, noi stessi. /
Poiché ogni mese, finiti i Lavori, /ci sedevamo tutti e fumavamo, /(non osavamo
fare banchetti /per non violare la casta di un Fratello), /e si parlava, uno
dopo l’altro, /di religione e di altre cose, /ognuno rifacendosi al Dio che
meglio conosceva. / L’uno dopo l’altro si parlava, /e non un solo Fratello si
agitava, /fino a che il mattino svegliava i pappagalli, /e quell’altro uccello
vaneggiante; /si diceva che ciò era curioso, /e si rincasava per dormire, /con
Maometto, Dio e Shiva /che facevano il cambio della guardia nelle nostre teste.
/ Sovente, al servizio del Governo, /questi passi erranti hanno visitato /e
recato saluti fraterni /a Logge d’oriente e d’occidente, /secondo l’ordine
ricevuto, /da Kohat a Singapore, /ma come vorrei rivedere /ancora una volta
quelli della mia Loggia Madre. / Vorrei potere rivederli, /i miei Fratelli neri
e scuri, /tra l’odore piacevole dei sigari di là, /mentre ci si passa
l’appiccafuoco; /e con il vecchio khansamah (cameriere) che russa /sul pavimento
della dispensa. /Ah! Essere Maestro Massone di buona fama /nella mia Loggia
Madre, ancora una volta. / Fuori – ‘Sergente, Signore, Saluto, Salaam’. /Dentro
- ‘Fratello’, e non c’era nulla di male. /Ci incontravamo sulla Livella e ci
separavamo sulla Squadra, /ed io ero Secondo Diacono nella mia Loggia Madre
laggiù".
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