DEFINIZIONE:
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Nella religione indiana, il termine definisce la formula magica
consistente in un monosillabo od in una giaculatoria. È recitata dal discepolo
durante la meditazione sul mandala (v.), di cui il M. è l’espressione sul piano
del suono. Il fatto che il M. consista spesso in un suono od in una serie di
suoni, privi di significato logico, sta ad indicare che, attraverso la sua
recitazione meditativa, si deve arrivare ad intuire l’essenza del suono stesso,
allorché privo di articolazioni è ancora in identità con la Parola creatrice o
Verbo divino. Quindi sul piano articolato il M. è l’espressione di una verità
sovrasensibile. Secondo la tradizione filosofica e religiosa orientale, sono M.
le pratiche di perfezionamento adottate dallo Yoga (v.), consistenti in
modulazioni armoniche o parole rituali usate per sollecitare il Kundalini (v.),
la forza psichica avente sede in fondo alla colonna vertebrale. Vengono anche
definiti M. gli inni del Veda (v.), in quanto considerati alla stregua di
formule magiche sulle quali meditare.
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