DEFINIZIONE:
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Dal nome tedesco di Martin Luther, teologo e riformatore
(Eisleben 10.11.1483 - 18.2.1546). Figlio di un ex minatore che era riuscito a
raggiungere una discreta agiatezza, conseguì il grado di magister artium
all'università di Erfurt il 7.1.1505. Entrato nel convento degli Agostiniani
eremitani (osservanti) di Erfurt il 17 luglio dello stesso anno, vi fu
consacrato sacerdote due anni dopo. Dopo un viaggio a Roma (1510-11) per
protestare contro l'unione tra osservanti e conventuali, nel 1512 conseguì la
laurea in teologia a Wittenberg, succedendo a Johann von Staupitz, vicario
generale dell'ordine, nella cattedra di Sacra Scrittura. L'intenso lavoro
esegetico di quegli anni (Commento ai Salmi, alle lettere ai Romani, ai Galati
ed agli Ebrei, 1513-17) coincise per L. con una profonda crisi spirituale, a cui
non diede giovamento l'osservanza, scrupolosa fino al tormento, delle rigide
norme monastiche, e che trovò la sua risoluzione nella theologia crucis.
Elaborata negli anni 1515-18 ed influenzata dalla rinascita della teologia
agostiniana, quest'opera si fonda sull'affermazione che l'uomo, costantemente
peccatore, è guidato dall'egoismo in ogni sua azione, anche quelle miranti alla
salvezza eterna, e quindi non è in condizione di soddisfare Dio. Non gli resta
che riconoscere il proprio peccato, abbandonandosi alla giustizia divina (Romani
I, 17), intesa non in senso attivo, per cui Dio è giusto e punisce il peccatori,
ma in senso passivo, quella cioè per la quale Dio, nella sua misericordia, non
solo non imputa i peccati al predestinato, ma anzi gli applica i meriti di
Cristo, sì da giustificarlo (cioè renderlo giusto) mediante la fede. Nominato
vicario distrettuale dell'ordine nel 1515, sembra che L. non fosse consapevole
del pericolo di scissione da Roma insito nella sua teologia, così come nessuna
intenzione di scisma pare fosse contenuta nelle 95 tesi affisse, secondo l'uso
allora generale delle università, a Wittenbergil 31.10.1517, per proporre alla
pubblica discussione la campagna di indulgenze predicata dal domenicano J.
Tetzel per la costruzione di san Pietro. Le tesi di L. respingevano il valore
delle indulgenze ottenute per denaro ed applicabili anche alle anime del
Purgatorio, riprendendo il concetto di penitenza come metanoia (v.) e, pur
cercando di scindere la responsabilità dei predicatori da quella del pontefice,
sottintendevano critiche alla Chiesa, che trovarono eco nei circoli erasmiani ed
umanistici tedeschi, dove si andava diffondendo la tendenza al distacco da Roma.
Ma quanto nelle 95 era solo implicito si chiarì nella cosiddetta disputa di
Lipsia (1519), seguita ad un tentativo fallito da parte del cardinale legato
Caetano di indurre L. alla ritrattazione, nella quale L. replicò al suo
avversario, il domenicano J. Eck (che aveva sottolineato certe affinità tra L.
ed Hus), affermando l'esattezza di talune affermazioni hussite, come la natura
esclusivamente umana dell'istituzione del papato e la possibilità di errare da
parte di un concilio. Minacciato di scomunica con la bolla Exsurge domine
(15.6.1520), L., forte della diffusa ostilità popolare nei confronti del papato,
dell'appoggio armato dei potenti cavalieri tedeschi e della protezione
dell'Elettore, rispose dando pubblicamente alle fiamme sia la bolla che i testi
del diritto canonico (10.12.1520), dopo aver pubblicato dall'agosto all'ottobre
precedenti quelli che vengono considerati i tre grandi trattati programmatici
della Riforma: An den christlichen Adel deutscher Nation (Alla nobiltà cristiana
della nazione tedesca), De captivitate babylonica Ecclesiae e De libertate
christiana. Punti fondamentali dei primi due sono la dottrina del sacerdozio
universale dei credenti, la negazione del monopolio pontificio
nell'interpretazione delle sacre scritture, l'interpretazione dipendente
unicamente dalla fede e nella convocazione del concilio, l'attacco contro la
tirannide papale, che trae la sua sola ragione d'essere dall'amministrazione dei
sacramenti. Questi, ridotti a tre, Battesimo, Penitenza ed eucarestia, non sono
oggettivi segni efficaci di grazia, ma traggono la loro validità unicamente
dalla fede di chi li riceve. Infine L. nega la dottrina della Messa come
sacrificio. Condannato definitivamente il 3.1.1521 (Bolla Decet Romanum
Pontificem), dopo aver rifiutato di sconfessare le sue opere dinanzi alla dieta
di Worms (17/18,4.1521), il 24 maggio L. venne sottratto al bando imperiale
(emanato quattro giorni dopo) mediante un simulato rapimento organizzato dal
Principe elettore, e messo in salvo nella Wartburg di Eisenach. Vi rimase per
circa dieci mesi, dando inizio a quella traduzione della Bibbia che, terminata
poi nel 1534, è il primo monumento del tedesco moderno. Se ne allontanò, contro
il volere dell'elettore, nel marzo 1522, per difendere la sua dottrina delle
interpretazioni estremistiche dei suoi discepoli, e per sedare i tumulti nati
dall'introduzione di improvvisate riforme liturgiche, emanando norme di culto e
predicando la moderazione. Nel 1525 la distinzione fra uomo interiore e uomo
esteriore, fra potere spirituale e potere temporale, diede origine
all'intransigente condanna luterana della guerra dei contadini che, alla
protesta di ordine economico sociale, univa elementi religiosi assimilati dalla
sua dottrina. Allontanatosi così dalle istanze popolari di rinnovamento sociale,
e postosi dalla parte dei grandi principi territoriali, lo stesso anno, in
seguito alla polemica con Erasmo da Rotterdam (De servo arbitrio), L. si alienò
anche le simpatie degli umanisti. Anno di decisioni e di rotture, il 1525 fu
anche l'anno del suo matrimonio con l'ex suora Katharina von Bora, che gli diede
sei figli. Da questo momento L., da profeta della Riforma intesa come
rivoluzione teologica, si trasformò in organizzatore della Chiesa nazionale
tedesca posta, in contrasto con l'idea iniziale del sacerdozio universale, sotto
la tutela dei principi territoriali, mentre si andava evidenziando il suo
contrasto con i riformatori svizzeri (Zwingli ed Ecolampadio). Contrasto
confermatosi inconciliabile nei colloqui di Marburgo (ottobre 1529), rifiutando
L. l'interpretazione simbolica dell'Eucarestia di Zwingli. L'anno seguente ebbe
luogo la Dieta d'Augusta, dove L., escluso per effetto del bando del 1521, fu
rappresentato da Melantone, firmatario della Confessio augustana che, insieme
agli articoli di Smeralda redatti dallo stesso L. (1537), costituisce il
documento della professione di fede luterana. L'organizzazione della sua Chiesa,
la predicazione e l'insegnamento occuparono gli ultimi anni della vita di L., di
cui i Tischreden (Discorsi conviviali), raccolti da amici e discepoli,
costituiscono una viva testimonianza. I suoi scritti, suddivisi in 69 volumi
dall'edizione di Weimar del 1883 in poi, uniscono alla genialità del teologo e
dell'esegeta la freschezza e la forza espressiva della poesia e del linguaggio
popolare, ed hanno svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella
formazione del tedesco moderno.
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