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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «01229»

TERMINE: MARTIN LUTERO
DEFINIZIONE:

Dal nome tedesco di Martin Luther, teologo e riformatore (Eisleben 10.11.1483 - 18.2.1546). Figlio di un ex minatore che era riuscito a raggiungere una discreta agiatezza, conseguì il grado di magister artium all'università di Erfurt il 7.1.1505. Entrato nel convento degli Agostiniani eremitani (osservanti) di Erfurt il 17 luglio dello stesso anno, vi fu consacrato sacerdote due anni dopo. Dopo un viaggio a Roma (1510-11) per protestare contro l'unione tra osservanti e conventuali, nel 1512 conseguì la laurea in teologia a Wittenberg, succedendo a Johann von Staupitz, vicario generale dell'ordine, nella cattedra di Sacra Scrittura. L'intenso lavoro esegetico di quegli anni (Commento ai Salmi, alle lettere ai Romani, ai Galati ed agli Ebrei, 1513-17) coincise per L. con una profonda crisi spirituale, a cui non diede giovamento l'osservanza, scrupolosa fino al tormento, delle rigide norme monastiche, e che trovò la sua risoluzione nella theologia crucis. Elaborata negli anni 1515-18 ed influenzata dalla rinascita della teologia agostiniana, quest'opera si fonda sull'affermazione che l'uomo, costantemente peccatore, è guidato dall'egoismo in ogni sua azione, anche quelle miranti alla salvezza eterna, e quindi non è in condizione di soddisfare Dio. Non gli resta che riconoscere il proprio peccato, abbandonandosi alla giustizia divina (Romani I, 17), intesa non in senso attivo, per cui Dio è giusto e punisce il peccatori, ma in senso passivo, quella cioè per la quale Dio, nella sua misericordia, non solo non imputa i peccati al predestinato, ma anzi gli applica i meriti di Cristo, sì da giustificarlo (cioè renderlo giusto) mediante la fede. Nominato vicario distrettuale dell'ordine nel 1515, sembra che L. non fosse consapevole del pericolo di scissione da Roma insito nella sua teologia, così come nessuna intenzione di scisma pare fosse contenuta nelle 95 tesi affisse, secondo l'uso allora generale delle università, a Wittenbergil 31.10.1517, per proporre alla pubblica discussione la campagna di indulgenze predicata dal domenicano J. Tetzel per la costruzione di san Pietro. Le tesi di L. respingevano il valore delle indulgenze ottenute per denaro ed applicabili anche alle anime del Purgatorio, riprendendo il concetto di penitenza come metanoia (v.) e, pur cercando di scindere la responsabilità dei predicatori da quella del pontefice, sottintendevano critiche alla Chiesa, che trovarono eco nei circoli erasmiani ed umanistici tedeschi, dove si andava diffondendo la tendenza al distacco da Roma. Ma quanto nelle 95 era solo implicito si chiarì nella cosiddetta disputa di Lipsia (1519), seguita ad un tentativo fallito da parte del cardinale legato Caetano di indurre L. alla ritrattazione, nella quale L. replicò al suo avversario, il domenicano J. Eck (che aveva sottolineato certe affinità tra L. ed Hus), affermando l'esattezza di talune affermazioni hussite, come la natura esclusivamente umana dell'istituzione del papato e la possibilità di errare da parte di un concilio. Minacciato di scomunica con la bolla Exsurge domine (15.6.1520), L., forte della diffusa ostilità popolare nei confronti del papato, dell'appoggio armato dei potenti cavalieri tedeschi e della protezione dell'Elettore, rispose dando pubblicamente alle fiamme sia la bolla che i testi del diritto canonico (10.12.1520), dopo aver pubblicato dall'agosto all'ottobre precedenti quelli che vengono considerati i tre grandi trattati programmatici della Riforma: An den christlichen Adel deutscher Nation (Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca), De captivitate babylonica Ecclesiae e De libertate christiana. Punti fondamentali dei primi due sono la dottrina del sacerdozio universale dei credenti, la negazione del monopolio pontificio nell'interpretazione delle sacre scritture, l'interpretazione dipendente unicamente dalla fede e nella convocazione del concilio, l'attacco contro la tirannide papale, che trae la sua sola ragione d'essere dall'amministrazione dei sacramenti. Questi, ridotti a tre, Battesimo, Penitenza ed eucarestia, non sono oggettivi segni efficaci di grazia, ma traggono la loro validità unicamente dalla fede di chi li riceve. Infine L. nega la dottrina della Messa come sacrificio. Condannato definitivamente il 3.1.1521 (Bolla Decet Romanum Pontificem), dopo aver rifiutato di sconfessare le sue opere dinanzi alla dieta di Worms (17/18,4.1521), il 24 maggio L. venne sottratto al bando imperiale (emanato quattro giorni dopo) mediante un simulato rapimento organizzato dal Principe elettore, e messo in salvo nella Wartburg di Eisenach. Vi rimase per circa dieci mesi, dando inizio a quella traduzione della Bibbia che, terminata poi nel 1534, è il primo monumento del tedesco moderno. Se ne allontanò, contro il volere dell'elettore, nel marzo 1522, per difendere la sua dottrina delle interpretazioni estremistiche dei suoi discepoli, e per sedare i tumulti nati dall'introduzione di improvvisate riforme liturgiche, emanando norme di culto e predicando la moderazione. Nel 1525 la distinzione fra uomo interiore e uomo esteriore, fra potere spirituale e potere temporale, diede origine all'intransigente condanna luterana della guerra dei contadini che, alla protesta di ordine economico sociale, univa elementi religiosi assimilati dalla sua dottrina. Allontanatosi così dalle istanze popolari di rinnovamento sociale, e postosi dalla parte dei grandi principi territoriali, lo stesso anno, in seguito alla polemica con Erasmo da Rotterdam (De servo arbitrio), L. si alienò anche le simpatie degli umanisti. Anno di decisioni e di rotture, il 1525 fu anche l'anno del suo matrimonio con l'ex suora Katharina von Bora, che gli diede sei figli. Da questo momento L., da profeta della Riforma intesa come rivoluzione teologica, si trasformò in organizzatore della Chiesa nazionale tedesca posta, in contrasto con l'idea iniziale del sacerdozio universale, sotto la tutela dei principi territoriali, mentre si andava evidenziando il suo contrasto con i riformatori svizzeri (Zwingli ed Ecolampadio). Contrasto confermatosi inconciliabile nei colloqui di Marburgo (ottobre 1529), rifiutando L. l'interpretazione simbolica dell'Eucarestia di Zwingli. L'anno seguente ebbe luogo la Dieta d'Augusta, dove L., escluso per effetto del bando del 1521, fu rappresentato da Melantone, firmatario della Confessio augustana che, insieme agli articoli di Smeralda redatti dallo stesso L. (1537), costituisce il documento della professione di fede luterana. L'organizzazione della sua Chiesa, la predicazione e l'insegnamento occuparono gli ultimi anni della vita di L., di cui i Tischreden (Discorsi conviviali), raccolti da amici e discepoli, costituiscono una viva testimonianza. I suoi scritti, suddivisi in 69 volumi dall'edizione di Weimar del 1883 in poi, uniscono alla genialità del teologo e dell'esegeta la freschezza e la forza espressiva della poesia e del linguaggio popolare, ed hanno svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella formazione del tedesco moderno.

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