DEFINIZIONE:
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Sia l'Arte muratoria che quella del linguaggio si reggono
sull'energia della parola elaborata ed evocatrice. Fu proprio un grande
letterato massone, J.W.Gethe (v:), a proporre nel suo Faust la cosciente
riconciliazione tra Parola (matrice delle lettere) ed Azione (ovvero lavoro),
attraverso la mediazione di Pensiero ed Energia. Per queste ragioni non può
certo stupire il fatto che laddove parola e lavoro assumono un corpo unico,
ovvero l'arte letteraria, la presenza dei Massoni sia sempre stata e continui ad
essere nutrita. Sono centinaia a rivelare un diffuso interesse degli scrittori
nei confronti del fenomeno massonico. Nell'impossibilità di rievocarli tutti, è
opportuno intanto escludere quegli autori dei quali è dubbia l'affiliazione
muratoria, come Pascarella, Trilussa, Pirandello, Dickens, Joyce, Mann,
Chesterton, Gide e Mauriac. Invece tra i letterati per i quali è provata
l'avvenuta iniziazione massonica troviamo: il già citato Johann Wolfgang von
Gethe (1749-1932), Friedrich Maximilian Klinger (1752-1831), Vittorio Alfieri
(1749-1803), Vincenzo Monti (1754-1828), Robert Burns (1759-1796), Walter Scott
(1771-1832), Francesco De Santis (1817-1883), Mark Twain (Samuel Langhorne
Clemens: 1835-1910), Giosué Carducci (1836-1907), Edwin Markham (1852-1940),
Giovanni Pascoli (1855-1912), Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930), Gabriele
D’Annunzio (1863-1838), Rudyard Kipling (1865-1936), Edgard Albert Guest
(1881-1959), Salvatore Quasimodo (1901-1968) ed Hugo von Hofmannsthal
(1874-1929). Anche se classificabili tra gli scrittori d'incerta appartenenza
all'istituzione massonica, vanno qui citati Gerard de Nerval (1808-1855), nelle
cui opere l'elemento massonico trova un risalto più che notevole, e Lev Tolstoi
(1828-1910), del quale sono celeberrimi i riferimenti alla Massoneria contenuti
nel dialogo in treno tra il conte Pierre Bezùchov ed il massone Osip
Aleksejejevic Bazdjejev, nel secondo volume di Guerra e pace. Il conte, convinto
dalle argomentazioni del compagno di viaggio, riceverà poi l'iniziazione
muratoria, e con questa acquisirà la conoscenza delle "sette virtù,
corrispondenti ai sette gradini del tempio di Salomone, che ogni massone deve
coltivare in sé. Queste virtù erano: 1) la discrezione, cioè la conservazione
del mistero dell'ordine; 2) l'obbedienza ai dignitari dell'ordine; 3) i buoni
costumi; 4) l'amore per l'umanità; 5) il coraggio; 6) la generosità; 7) l'amore
alla morte. ... Occorre cercare di giungere, con frequenti meditazioni sulla
morte, al punto che essa appaia non più come una tremenda nemica, ma come
un'amica che libera dalle miserie di questa vita l'anima che ha sofferto nei
suoi sforzi virtuosi, per condurla in un luogo di ricompensa e di pace".
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