DEFINIZIONE:
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La Massoneria celebra nella componente noachita (v.) la
valenza iniziatica della navigazione. Al riguardo occorre notare che una
consuetudine dell’Antico Rito Noachita in Italia precede la celebrazione
dell’annuale Festa dell’Alleanza a bordo di una nave, in ricordo della vittoria
dell’Arca sul Diluvio. Particolarmente nella Massoneria britannica esiste una
lunga tradizione di Naval Lodges che risale almeno al 1760, quando l’istituzione
autorizzò Thomas Dunkerley (1724-1795), allora cannoniere sella "Vanguard", nave
della flotta inglese, a fondarvi una Loggia. Ancora oggi è molto nota la Navy
Lodge n. 2612 di Londra, una loggia di terraferma (shore lodge) di evidenti
origini della marina militare, dove nel 1952 fu iniziato il principe Filippo di
Edimburgo, consorte della Regina Elisabetta II. L’aneddotica marinara massonica
del 700-800 è ricca di episodi che testimoniano come la solidarietà muratori
abbia solcato i mari insieme con i Fratelli; in varie circostanze l’esibizione
di simboli massonici risparmiò vite di equipaggi civili e militari attaccati da
flotte avversarie o persino da pirati. Pick e Knight ricordano: "Nel 1795 una
nave del Maine, U.S.A., fu attaccata da pirati di Tripoli, ed il capitano e
l’equipaggio furono imprigionati in quel porto. Impiegato nei lavori forzati, il
capitano fu riconosciuto come massone da un ufficiale arabo che era stato
iniziato in Francia. Questi fece i passi necessari per assicurargli comodità e,
alla fine, la libertà". Episodi significativi della presenza massonica nella
marina mercantile ci vengono dall’Olanda che, grazie ad un articolo dal titolo
Una Flotta massonica di E. Stolper (Rivista massonica del febbraio 1977),
presenta la figura di Jan Schouten, costruttore navale ed attivo fondatore nel
1811 della Loggia La Flamboyante all’Oriente di Dordrecht. Nell’aprile del 1835
egli si vide inaspettatamente affidata da altri Fratelli armatori la costruzione
della fregata mercantile Broedertrouw (Fedeltà Fraterna) quale segno di
riconoscenza per quanto fatto per il bene della Massoneria in generale e della
sua Loggia in particolare. La nave fu varata il 21 novembre 1836, con varie
cerimonie massoniche. Per regolamento il capitano doveva essere un Massone. Nel
1839 la Loggia armatrice fece costruire una seconda nave, la Delta e, il giorno
del suo varo, fu impostata la chiglia di una terza nave battezzata Osiris. Dopo
la morte di Schouten e fino al 1870, le attività navali della Loggia
proseguirono, e la piccola flotta massonica, arricchitasi di altri due
bastimenti, il Jan Schouten ed il Grootmeester Nationaal (quest’ultimo
realizzato con il contributo di tutta la Massoneria olandese) continuò a lungo a
solcare i mari nel segno di Squadra e Compasso. Nel campo della Navigazione va
anche citata l’aeronautica, in quanto la letteratura universale presenta
innumerevoli esempi di come l’uomo abbia percepito nel volo i crismi
dell’ascesi, dell’autotrascendimento e della visione suprema. In Massoneria è
ancora l’Antico rito Noachita ad esplorare le virtualità iniziatiche del volo.
Infatti nel Grado di Real Noachita o Massone Perfetto, l’adepto si identifica
con la Colomba, e simbolicamente vola oltre l’ultimo orizzonte. Storicamente il
contributo dei liberi Muratori all’aeronautica è stato notevole. Massoni furono
i Fratelli J.M. e J.E. Montgolfier (1740-1810; 1745-1799) E Vincenzo Lonardi
(1759-1799), pionieri del volo aerostatico. Pure massone fu Charles A. Lindbergh
(1902-1974), il celebre primo trasvolatore dell’Atlantico. Sembra quasi
paradossale il fatto che la Massoneria, spesso accusata di arcaicismo, sia stata
presente con tanti suoi uomini nell’esplorazione dello spazio. L’albo d’oro
degli astronauti Liberi Muratori include, fra gli altri, John Glenn (iniziato
però subito dopo la sua impresa sulla Luna, e ritornato nel 1998 nello spazio
all’età di 77 anni), Leroy Gordon Cooper, Virgil Grissom (perito tragicamente
nel 1967 durante un esperimento a terra), Edwin E. Aldrin (il secondo uomo sceso
sulla Luna), Edgar E. Mitchell, Walter M. Schirra, Thomas P. Stafford e Paul J.
Weitz. Fu nell’estate del 1969, con lo sbarco lunare, che il nesso non casuale
tra spirito massonico e spirito astronautico si evidenziò appieno, allorché il
Fratello "Buzz" Aldrin ancora una volta caricò sulla capsula Apollo uno
stendardo massonico e, rivolgendosi idealmente a tutta l’umanità, li invitò, di
fronte alla solennità del momento, a pregare con lui Colui in cui credevano e
nel modo che ritenevano più opportuno. Il protagonista dell’epoca spaziale che
ha meglio delineato le relazioni intercorrenti tra Massoneria ed astronautica, è
stato Kenneth S. Kleinknecht, del Comando Servizi Moduli del Programma Spaziale
Apollo. Egli, scrivendo sul tema La massoneria nell’era spaziale, in un articolo
pubblicato da New Age, ricordava come il programma Apollo non fosse casualmente
dedicato all’antica divinità ellenica della luce e della verità, ed identificava
nella diffusione universale del suo messaggio costruttivo il ruolo della Libera
Muratoria nell’era spaziale. "In Dio, soltanto in Dio, l’umanità può trovare il
suo credo unificatore". Un nesso, un ruolo consistente non già nella prometeica
affermazione della scienza dell’uomo in antitesi alla rivelazione divina, ma
piuttosto nella ricerca in Dio, nel rendere maggiormente "fratello" il cosmo, a
maggior gloria del G.A.D.U.
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