DEFINIZIONE:
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In senso filosofico indica la concezione del
mondo che si basa sui corpi e sui loro movimenti spaziali, coincidendo con i
fondamenti del materialismo. Nel pensiero greco il M. si esprime soprattutto
attraverso la teoria atomistica di Demostene e Leucippo. A partire dal XVII
secolo, parallelamente ai moderni sviluppi della fisica e della matematica, il
M. venne ripreso come ipotesi di spiegazione della totalità dei fenomeni
naturali da Galileo ed in particolare da Descartes (v.). Esso trova poi una
compiuta formulazione filosofica in Hobbes, e si sviluppa nel XVIII secolo
specialmente all’interno dell’illuminismo francese. I caratteri principali che
il M. assume entro questo quadro sono il rigoroso determinismo (necessaria
causalità dei fenomeni naturali) e l’antifinalismo (negazione di ogni ordine
finalistico). In senso scientifico il M. si caratterizza come principio
direttivo una volta che le leggi della statica e della dinamica siano state
determinate da Galileo e Newton: il M. è così la rivendicazione della priorità
della meccanica e delle sue leggi sopra tutti gli altri aspetti della scienza
fisica. Nel corso del XIX secolo si affermano tesi analoghe anche nel campo
della biologia, della psicologia e della sociologia, tesi chiamate
riduzionistiche (riduzione delle leggi biologiche a quelle fisico chimiche): nei
primi decenni del XX secolo tali tesi sono state però messe decisamente in crisi
dagli stessi sviluppi della ricerca scientifica, come dimostrato dai clamorosi
risultati delle ricerche condotte da Ilya Prigogine (v.), premio Nobel 1977 per
la chimica.
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