DEFINIZIONE:
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Oltre le cose fisiche. É la parte della filosofia che perviene alla
spiegazione dei principi essenziali della realtà procedendo oltre i dati
dell'esperienza. Il termine, coniato dal filosofo greco Andronico da Rodi nel
primo secolo a.C., trae origine dal fatto che nella prima edizione delle opere
di Aristotele i libri di ontologia (v.) erano disposti dopo i trattati di
fisica. Spregiativamente indica una cosa astrusa, di difficile comprensione,
oppure cosa astratta, assurda, falsa, priva di ogni rapporto con la realtà
concreta. Secondo lo stesso Aristotele M. significa scienza che studia i
principi e le cause, l'essere in quanto tale con le sue proprietà, la sostanza
delle cose, l'Essere Supremo e la sostanza soprasensibile. É una scienza
teoretica, non volta a fini pratici, quindi è ricerca per se stessa, e per
l'uomo rappresenta la massima fonte di perfezione e felicità. Per san Tommaso
d'Aquino le caratteristiche della M. sono sei: 1) è aperta a tutto lo scibile,
poiché i suoi principi universali influenzano l'intero sapere umano; 2) tratta i
problemi più elevati e complessi, poiché astratti dai sensi e dalla materia; 3)
porta a maggiori certezze, in quanto ha origine da principi assolutamente certi;
4) è la più dottrinale delle scienze, perché indaga sulle cause più universali e
profonde della realtà; 5) e la più intellettuale di tutte le scienze, poiché il
suo campo conoscitivo è il più puro ed elevato; 6) conseguentemente è
regolatrice e direttrice di ogni scienza, in funzione del suo altissimo fine, il
quale è la prima causa che muove tutte le altre, da cui dipende il conoscere,
l'agire ed il fare delle scienze e delle arti. (v. Testi filosofici scelti ed
annotati, di Tommaso d'Aquino, Ediz. Nardi, Bari, 1915).
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