DEFINIZIONE:
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Dal greco meta, indicante mutamento e morfh, forma, ovvero
cambiamento di forma. Trasformazione di un essere in un altro. Termine molto
usato in zoologia, indicante le trasformazioni morfologiche e fisiologiche che
si verificano in molti gruppi zoologici durante lo sviluppo postembrionale,
ossia dalla nascita, intesa come fuoruscita dell'uovo, al momento della maturità
sessuale. La M. è caratteristica di tutti gli animali a sviluppo indiretto, e
comporta profonde ristrutturazioni di tutta l'organizzazione dell'organismo. Il
meccanismo fisiologico della M. è diretto da ghiandole endocrine o da porzioni
del sistema nervoso, che sono in grado di produrre secrezioni interne. Comporta
la regressione di organi larvali e l'insorgenza di nuove strutture. Nel caso
degli anfibi si ha la completa scomparsa delle branchie e la completa formazione
dei polmoni e di una superficie cutanea in grado di stabilire scambi
respiratori. Y (Mitologia) Nella mitologia classica, con M. si intende la
trasformazione, temporanea o definitiva (per effetto dell'intervento di un dio o
in forza di magia, sia per punizione sia per premio), di un essere umano o
divino in un altro essere di diversa natura (animale, vegetale o minerale). Fra
le M. temporanee le più famose sono quelle di Zeus in toro, cigno, aquila,
pioggia aurea, ecc. Altre celebri M. quelle di Dafne in alloro, di Narciso e di
Giacinto nei fiori omonimi, di Niobe in pietra, di Aracne in ragno, di era in
nube, di Atteone in cervo, di Progne in rondine, di Filomena in usignolo, di
Tereo in upupa, di Licarne in lupo, ecc. La maggior parte delle M. classiche
sono state raccolte da Ovidio nelle sue celebri M.
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