DEFINIZIONE:
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Termine derivato dal greco monoz, unico, e deoz, dio, ovvero
credenza in un Dio unico, personale ed indivisibile. Si contrappone al
politeismo (v.), la credenza in più dei; al diteismo (v.), che afferma
l’esistenza di due principi (bene e male), coesistenti ed in conflitto tra loro;
all’enoteismo (v.), che pur ammettendo la credenza in una divinità non esclude
l’esistenza di altre. Il M. si impose storicamente attraverso il giudaismo, il
cristianesimo e l’islamismo. Lo stesso mazdeismo (v.) si configura come M. in
quanto, mentre degrada al livello di demoni, e nonostante la presenza delle
precedenti divinità dell’antico politeismo iranico, considera tuttavia come dio
unico Ormazd. Se fino al XVIII secolo era opinione comune che il M. fosse la
religione primordiale degli antichi, fu Hume ad affermare per primo la
derivazione da un originario politeismo. Rousseau seguì le tracce di Hume, e
così Comte, che fece derivare a sua volta il politeismo dal feticismo (v.). Il
Tylor, applicando alla religione le teorie evoluzioniste, parlò di un originario
animismo (v.) dei primitivi, da cui derivarono il politeismo prima ed il M. poi.
Questa tesi venne contrastata da Lang, che ammette un antichissimo culto
monoteistico tra i primitivi, come pure dallo Schmidt, il quale sostiene
addirittura la tesi dell’origine soprannaturale del m. mediante una sorta di
folgorazione epifanica. Al contrario il Pettazzoni ed altri rilevarono che
presso tutte le popolazioni primitive il riconoscimento di un "Essere Supremo"
non esclude la presenza di altre divinità o spiriti minori. Il M. è opposto al
monismo panteistico, in quanto sostiene una tesi di assoluta trascendenza, la
contingenza del mondo e la necessità di Dio, contro le tesi monistiche.
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