DEFINIZIONE:
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In un grande edificio facente parte del gruppo di fabbricati contrassegnati dal n° 5, nella 1a regione
dell’antica Pompei, durante il corso degli scavi, venne scoperto nel mezzo di un
Triclinio (sala da pranzo così chiamata dai tre divani disposti intorno ad un
tavolo centrale, sui quali si sdraiavano i commensali per mangiare) un mosaico,
in cui erano raffigurati emblemi massonici e pitagorici. Il prezioso M. è
attualmente conservato nel Museo Archeologico di Napoli. Tale figura rappresenta
un ruota a sei raggi, sulla quale è posata una farfalla. Al di sopra un teschio
umano corona l’insieme, e sopra di questo vi è un archipendolo triangolare
munito di filo a piombo. Ricordando che la parola greca psukhe è sinonimo sia di
anima che di farfalla, e visto che il termine psichico si applicava, nel mondo
antico ma soprattutto nell’ambito gnostico, ai profani legati alla materia dalle
loro imperfezioni e dai loro desideri, si può comprendere perché la farfalla sia
stata posta sopra la ruota, simbolo del Mutamento e della Trasmigrazione (non
della Metempsicosi, v.). Il profano (farfalla) legato alla ruota del mutamento e
delle trasmigrazioni, non potrà liberarsene se non con la morte totale
(teschio), morte che lo integrerà nel Pleroma (v.) iniziale (archipendolo),
immagine dell’Eguaglianza originale riconquistata, cioè del ritorno all’unità
primordiale. A destra è visibile una veste smessa (profano), ed a sinistra una
veste nuova (iniziato). Occorre infine ricordare che la farfalla è simbolo
palingenetico (di rinnovamento e rigenerazione), e diventa tale per
trasmutazione del bruco all’interno della crisalide, uovo filosofale e simbolo
della morte mistica. Della stessa epoca è nota dal Filebo un’insolita frase di
Platone. "Ciò che qui intendo per bellezza di forme non è già quello che il
profano generalmente intende sotto questo nome, ma bensì ciò che risiede nel
saggio e giudizioso impiego del compasso, del filo e della squadra".
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