DEFINIZIONE:
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termine che, per estensione, definisce ogni forma di accesso e
progressione nelle cariche pubbliche derivanti dalla detenzione del potere. La
definizione di merito ha origine nella critica alla tendenza largamente diffusa
tra i pontefici a favorire i propri congiunti, e preferibilmente i nipoti. Tale
fenomeno può trovare la sua giustificazione storica non tanto nell’intendimento,
da parte del papa, di consolidare ed estendere il potere della propria famiglia
per interessi precisi, quanto alla necessità di crearsi sicuri appoggi per
l’affermazione della propria politica. Dettero esempio di grande N. Callisto
III, che diede la porpora al nipote Rodrigo Borgia (il futuro Alessandro VI),
Pio II; Sisto IV, il quale, in funzione di un programma espansionistico a favore
dei suoi familiari (i della Rovere ed i Riario) ebbe parte considerevole nella
congiura de’ Pazzi; il N. assunse le sue più vaste proporzioni con Alessandro
VI, che progettava per il figlio Cesare, già da lui investito del ducato delle
Romagne, un grande Stato italiano. Non ne furono immuni Leone X, Clemente VII,
Paolo IV ed Innocenzo XI: tuttavia quest’ultimo preparò la bolla Romanum decet
(Pontificem), pubblicata nel 1692 da Innocenzo XII, con la quale si proibì ai
pontefici di concedere uffici e dignità ai propri congiunti.
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