DEFINIZIONE:
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Termine derivato dal luogo in cui nel 1098 veniva fondata
da Roberto di Molesmes la prima abbazia, a Cistercium, "accampamento", l’antico
nome di Citeaux. Il nuovo ordine era nato dalla volontà di alcuni monaci
benedettini di riesumare l’austerità della regola antica, all’insegna del famoso
"Ora et Labora", nonché del "Memento mori", decisamente rilassatasi nell’ordine
cluniacense di Cluny. L’O. doveva conoscere il suo maggiore sviluppo con
l’avvento nel 1112 di San Bernardo (v.) di Clairvaux, o di Chiaravalle, alla sua
guida. É sufficiente pensare che in soli 80 anni le loro abbazie erano diventate
oltre 500, per essere ben 742 meno di un secolo dopo. Va notato che i monaci
dell’Ordine si rivelavano soprattutto grandi colonizzatori, meritando un posto
di assoluto rilievo nella storia economica dell’agricoltura medievale. San
Bernardo propugnava la totale eliminazione di ogni decorazione, sia scultorea
che pittorica, fonte di distrazione dal raccoglimento e dalla preghiera, e del
tutto estranea al suo ideale religioso. Era il ritorno dei cisterciensi alla
semplicità più assoluta, che si manifestava soprattutto nei complessi
architettonici da loro creati, ovvero nelle loro abbazie. Le prime abbazie
venivano edificate a La Ferté (1113), Pontigny (1114), Clairvaux e Morimond
(1115). Le chiese, di solito dedicate alla Madonna, erano sempre orientate da
Est a Ovest, con l’abside maggiore rettangolare e prive di deambulatorio. La
navata centrale aveva la copertura a botte, mentre il transetto comprendeva non
più di due cappelle quadrangolari, il tutto privo di decorazioni. Il chiostro,
pure ricoperto da volte a botte, le sale capitolari, il refettorio ed i cellarii
completavano il complesso. Un esempio significativo è rappresentato dall’abbazia
borgognona di Fontenay (1137-1147). Tale austerità doveva però degenerare con il
passare del tempo, anche se venivano sempre mantenuti una certa semplicità ed un
rigore di linee, ben lontani dalle superbe forme delle Cattedrali gotiche
dell’Ile de France. Un esemplare piemontese dello stile architettonico adottato
dall’O. è rappresentato dall’abbazia di Staffarda, ubicata in una frazione del
comune di Revello, in provincia di Cuneo, tra Saluzzo e Cavour. Inaugurata il 25
luglio del 1135, ancor prima dell’avvento di San Bernardo, edificata sulle
rovine di una cappella dedicata alla Madonna, a sua volta costruita sui resti di
un tempio pagano, nel 1144 essa veniva già indicata da Celestino II come
appartenente all’Ordine. I monaci sapevano rendersi benemeriti nell’intera zona,
fin dall’inizio del loro insediamento, attraverso il dissodamento delle terre
circostanti, prevalentemente paludose, rese presto fertili e rigogliose, specie
con le colture a riso. Al felice esito dei loro interventi seguivano subito
generose donazioni territoriali da parte dei Marchesi di Saluzzo, del Monferrato
e degli stessi Savoia. Dopo varie peripezie, che ne hanno mutato nei secoli
destinazione ed aspetto interno, è oggi di proprietà dell’Ordine Mauriziano.
L’ultimo monaco cisterciense vi moriva nel 1812, e veniva sepolto, secondo la
tradizione, proprio a fianco della chiesa.
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