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SEZIONE: « DIZIONARIO ESOTERICO »

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DIZIONARIO ESOTERICO SCHEDA N. «01516»

TERMINE: OSIRIDE
DEFINIZIONE:

Dio della vegetazione dell'antico Egitto. Figlio di Geb e di Nut, sposò la sorella Iside (v.). Insegnò agli uomini l'arte e l'agricoltura. Il fratello Seth (il latino Tritone), sposo della sorella Nefti, spinto dalla gelosia per il potere conseguito da O., con l'inganno lo rinchiuse in un cofano e lo gettò nel Nilo. Iside riuscì però a ritrovare il corpo dello sposo. In seguito lo stesso Seth lo catturò nuovamente e lo uccise, tagliandone poi il corpo in quattordici pezzi che disperse in varie località dell'Egitto. Iside, aiutata dalla sorella Nefti, riuscì a recuperare tutti i pezzi dello sposo, tranne il membro virile; quindi, sfruttando le arti magiche in cui era maestra, ricompose e ridiede vita al corpo di O., dal quale ebbe un figlio, Horus. Questi vendicherà il padre uccidendo Seth, riuscendo poi ad ottenere dal consesso degli dei l'eredità paterna. Secondo i "Testi delle Piramidi", O. morto e risorto a nuova vita per regnare nell'oltretomba, divenne una divinità funeraria, ed il suo culto si diffuse in tutto l'Egitto. Nella sua qualità di giudice dei morti, è a capo delle quarantadue divinità preposte a giudicare ogni defunto. Nel "Libro dei morti", un testo sacro riportato in un lungo papiro avvolto intorno ad ogni corpo mummificato di un certo rango, testo che secondo il rituale ogni defunto doveva recitare una volta al giorno in onore di O., era scritto: "Salute a te, o grande Dio, signore delle due giustizie. Sono venuto a te, mio signore, sono stato portato ad ammirare il tuo splendore. Io ti conosco, conosco il tuo nome e quello dei quarantadue dei che sono con te nella sala delle due giustizie, Io sono venuto a te, ti ho portato la giustizia, ho scacciato la frode. Non ho fatto alcun male agli uomini, né ho maltrattato gli animali. Nel tempio non ho commesso peccato, non ho conosciuto ciò che è vietato, non ho bestemmiato contro gli dei. Non ho usato violenza contro il povero, non ho commesso quanto gli dei aborriscono. Non ho diffamato lo schiavo dinanzi al suo padrone, non ho fatto ammalare né ho fatto piangere alcuno. Non ho ucciso, non ho dato ordine di uccidere, non ho fatto soffrire alcuno. Non ho rubato gli averi dei templi, non ho danneggiato il cibo degli dei. Non ho alterato le misure del grano, non ho aggiunto peso alla bilancia. Non ho preso il latte dalla bocca dei bambini. Non ho allontanato il bestiame dal suo pascolo. Non ho cacciato gli uccelli consacrati agli dei, né ho pescato nei loro vivai. Non ho fermato l'acqua nella sua stagione, né ho costruito dighe contro l'acqua corrente. Non ho estinto un fuoco che doveva restare acceso. Non ho trascurato le offerte agli dei. Non ho rubato il loro bestiame. Grande dio O., io sono puro!". Il dio O. viene rappresentato mummiforme, con in capo la corona dell'Alto Egitto fiancheggiata da due lunghe piume di struzzo, con il pastorale ed il flagello nelle mani incrociate sul petto. Un'immagine poi adottata per tutte le raffigurazioni dei Faraoni. Il volto di O. è generalmente dipinto di verde, a rappresentazione della vita che rinasce. Simbolo della rinascita vegetale è invece il suo corpo disteso, da cui spuntano ventotto spighe di grano. Il culto tardo di O. si sviluppò sotto forma di misteri, espandendosi al di là delle frontiere egizie, fino all'impero romano. Y (Massoneria) Nei Rituali dei gradi simbolici del Rito di Memphis e Misraim editi a cura di Francesco Brunelli dalla Bastogi, 1981, sono riportate le parole che il Venerabilissimo rivolge al neo Maestro in chiusura della Cerimonia, condotta secondo il rito di O.:"Fratello, voi siete entrato in questo Tempio che è la camera di Mezzo della Piramide, aspirando a diventare O., e per ottenere questa grazia avete recitato la "confessione negativa" ben sapendo che essa era soltanto simbolica; confessione che ogni morto recita quando giunge nel regno delle tenebre, e si presenta al tribunale di O. per identificarsi in lui se la sua vita è stata pura. Cioè se i suoi precedenti massonici nei gradi di Apprendista e di Compagno furono consoni allo spirito massonico. Ed è questa la magia contenuta nel simbolismo di questa confessione. Ecco, con il rituale magico che avete vissuto, simbolicamente lungo i punti essenziali del mito di O., siete anche voi stesso diventato O., e ne assumete tutte le responsabilità perché, come Maestro dei vostri Compagni e dei vostri Apprendisti, sarete per loro guida e luce, traendoli dalle tenebre della vita profana. E quando inizierete qualcuno, sarete voi il tribunale di O. che giudicherà per ricevere quel nuovo virgulto che, a suo tempo, potrà a sua volta diventare O. Se l'importanza, la forza e la potenza che state per ricevere, e che sarà al suo massimo quando potrete sedere sul trono che rappresenta la vedova Iside, e che solo, in quanto tale, potrà permettervi di spargere il seme fecondo dell'iniziazione. Se tali responsabilità non vi rendono superbo, se le rinunce, il sacrificio, l'equità di giudizio che vi attenderanno in contro partita, non vi spaventano, se vi sentite d'essere veramente O., e cioè colui che da luce ma che vive anche nelle tenebre, dominandole, fonte della prima e padrona delle seconde, se avrete compreso tutto ciò, siamo pronti a ricevervi nella Camera di Mezzo della Piramide".

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