DEFINIZIONE:
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Nome dell'Apostolo per eccellenza, poiché fu il maggior diffusore del
cristianesimo nel mondo ellenistico e romano (Tarso, Cilicia 15 ca. a.C. -
Ostia, Roma 67 d.C.). Il suo nome originario era Saul, ebreo della tribù di
Beniamino, era però cittadino romano. La sua educazione, sebbene influenzata
dall'ellenismo, fu essenzialmente giudaica, e venne anzi perfezionata in senso
fariseo dal maestro Gamaliele, a Gerusalemme. Rigoroso osservante della legge
giudaica, P. perseguitò i cristiani, assistendo anche alla lapidazione di
Stefano (36 d.C.). Poco dopo, sulla strada di Damasco ove si recava in missione
anticristiana, fu colpito da un evento straordinario (Atti degli Apostoli 9,
3-27) che avviò la sua vocazione apostolica. Questa doveva maturarsi attraverso
il battesimo ricevuto da Anania (36) in cui assunse il nome di P., l'azione
svolta a Damasco, l'incontro con gli apostoli a Gerusalemme (38), la permanenza
a Tarso ed Antiochia di Siria (39-44), il viaggio a Gerusalemme ed il ritorno
con Marco ad Antiochia (45). Nel primo viaggio missionario compiuto con Marco e
Barnaba (46-49), si recò a Cipro, e poi in Asia Minore (Panfilia, Pisidia e
Licaonia) dove furono fondate comunità cristiane. Ritornati ad Antiochia, P. e
Barnaba si opposero ai giudaizzanti, giudeo-cristiani, secondo i quali i pagani
convertiti dovevano sottostare alle prescrizioni mosaiche, in particolare alla
circoncisione. In questo doveva scontrarsi con Pietro. Compì il secondo viaggio
con Sila e Timoteo (50-53): visitate le chiese asiatiche, attraverso Frigia e
Galazia giunse a Troade, da dove passò in Macedonia ed Acaia, con soste a
Filippi, Tessalonica, Berea ed Atene, dove tenne il celebre discorso
dell'Areopago (Atti 17, 16-34); quindi fu a Corinto, dove conobbe il governatore
Gallione, fratello di Seneca. Passando poi per mare ad Efeso, ritornò a
Gerusalemme ed Antiochia. Nel terzo viaggio (53-58), visitate ancora le comunità
asiatiche, P. si stabilì per tre anni ad Efeso, di cui fece il centro del
proprio apostolato. Raggiunse poi la Macedonia e l'Acaia, fino a Corinto.
Ritornò via terra a Troade e, via mare, a Mileto, Tiro, Tolemaide e Cesarea. A
Gerusalemme i giudeizzanti gli scatenarono contro un tumulto, e P. venne
imprigionato dal tribuno Claudio Lisia che, impressionato dalla sua cittadinanza
romana e visto vano il tentativo di chiarire la situazione con i giudei, lo
inviò al procuratore Felice a Cesarea, dove P restò due anni in attesa di
processo. Con il nuovo procuratore Festo, P. si appellò al suo diritto di
cittadino romano di essere giudicato da Cesare, e venne inviato a Roma, dove
giunse nel 61, dopo un viaggio fortunoso, e rimanendovi fino al 63, libero di
svolgere attività pastorale. Dalle lettere si sa che, liberato nel 63,
intraprese un viaggio di due anni che lo portò a Creta, in Asia Minore, in
Macedonia, nell'Epiro e sembra anche in Spagna. Nel 66 venne arrestato, portato
a Roma e condannato a morte per decollazione, per motivazioni rimaste oscure.
Nel 67 fu giustiziato secondo la tradizione romana, alle Aquae Silviae (attuale
tre fontane), sulla strada per Ostia.
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